Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Pronti a sorprendere tutti»

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2014

Il presidente del Cagliari parla di Zeman, squadra, mercato, stadio e sponsor

Giulini su Tavecchio: meglio si faccia da parte

 Enrico Pilia

A desso sa come ci si sente dentro il vortice. Fra la popolarità - tanta e improvvisa - e le trappole che il pallone di casa nostra gli mette davanti tutti i giorni. Tommaso Giulini ha la stessa età, 37 anni, del portiere spagnolo che ha deciso di tesserare: «Perché è bravo e adatto al nostro gioco. E perché è nato lo stesso giorno di mio padre». La sua vita è cambiata dal 20 giugno, dalle 8 alle 24 Giulini e il Cagliari sono una cosa sola, senza sosta. Il suo telefono trema ogni due minuti, fra l'allenatore con cui dialogare e un procuratore che propone qualcuno. «Sono stravolto».
Perché?
«È faticoso non vedere mai la fine di qualcosa, però è indubbiamente affascinante guidare un club come questo. Sotto il profilo della qualità della vita, a questi ritmi siamo sotto lo zero».
L'altra sera ha provato la sensazione di stare nel salotto buono, alla presentazione del calendario del campionato?
«Bella esperienza, anche se conoscevo quasi tutti per le prime riunioni in Lega calcio».
La giornata di Tommaso Giulini.
«Lavoro sempre. E non è solo calciomercato. Ho dovuto rimettere mano a tutto, nella società, perché erano in dirittura d'arrivo scadenze e contratti vari. E ancora c'è tanto da fare».
Come sta cambiando il Cagliari?
«Ci sto provando. Intanto, affidando i compiti giusti alle persone giuste. Da lunedì ci sarà un nuovo direttore commerciale, è appena arrivato il team manager che sarà anche il responsabile dell'informazione, ognuno avrà un compito che per forza, non può essere svolto da un membro del consiglio di amministrazione. La macchina, in un certo senso, è stata riavviata, anche se sotto il profilo sportivo e dell'attaccamento alla “maglia”, ho trovato persone eccezionali».
Perché ha preso Zeman?
«Perché è uno che conosce il calcio, che fa crescere i giovani, perché porta innovazione. E leva davvero tanta pressione a chi guida la società. Nell'Inter, una figura come Mourinho faceva in modo che Moratti e i dirigenti potessero lavorare in tranquillità. Ecco, Zeman è il nostro Mourinho».
Il boemo è uno con cui si può discutere?
«Uhm, non più di tanto. Ma so come farmi capire».
Dall'interno, vi arriva questa ventata di ottimismo che Cagliari e la Sardegna vi stanno regalando?
«Sì. Ed è molto piacevole. Forse il Cagliari piace perché il progetto è trasparente e nuovo».
Giovani, giovani, ma comunque per la Figc continuate a sostenere la candidatura di Tavecchio.
«Appoggio un programma di riforme, di fatti, non di frasi o di parole al vento. Ci sono cambiamenti urgenti da mettere in atto subito, dalle seconde squadre ai settori giovanili, e non ci si può perdere dietro una frase assolutamente infelice. Tuttavia, le grandi riforme si fanno con un consenso forte. E questo consenso mi pare stia venendo meno, giorno dopo giorno».
E quindi?
«E quindi sarebbe opportuno che Tavecchio facesse un passo indietro: La vicenda ha creato infatti imbarazzi internazionali e mai piu di adesso il nostro calcio ha necessità di recuperare credibilità».
La questione stadio: a che punto siamo?
«Ottimo. Abbiamo fornito tutti i documenti alla commissione provinciale e dopo gli ultimi due sopralluoghi, quello del pomeriggio e quello notturno, credo che saremo in grado di dare, lunedì sera, la notizia del via libera per i 12 mila posti. Da quel momento, lavoreremo tutti per arrivare a quota 18 mila quanto prima».
Il mercato: chi al posto di Astori?
«Capuano è nostro, mentre Del Fabro va a fare esperienza in Serie B. Ceppitelli potrebbe non arrivare, ci sono dei problemi. Abbiamo due buone proposte, un centrale francese e uno brasiliano. Anche se a parità di condizioni, preferisco gli italiani».
Il portiere: non sarebbe stato meglio tenere Avramov?
«No e spiego perché. Avramov è una persona fantastica, ben inserito nel gruppo Cagliari e reduce da un'ottima stagione. Ma non è adatto al gioco di Zeman. In rossoblù arriva un giocatore esperto, con 200 partite in Premier e decine in Champions, un ragazzo eccezionale che si mette al servizio della squadra, senza pretese. Si è presentato da noi senza procuratore, pronto a mettersi in gioco. Sui portieri mi gioco la faccia, decido io e non ammetto intromissioni. Così come per Piredda, un ragazzo in cui credo moltissimo».
Lo sponsor: chi ci sarà sulla maglia del Cagliari?
«Abbiamo praticamente chiuso con Tiscali, non ho ancora firmato il contratto ma ci siamo quasi. Sarà lo sponsor sul lato frontale della maglia, mentre sul retro, sotto il numero - la novità di quest'anno - ci saranno quasi certamente logo e nome di una grande banca. In questo modo, copriamo la cifra venuta a mancare dalla fine della sponsorizzazione Tirrenia».
Ansia e nevrosi da calendario.
«Nessun tipo di paura, abbiamo una squadra giovane, interessante, e un gruppo che si identifica in Conti, Cossu e Pisano, dei grandi professionisti. Sono contento di giocare subito contro il Sassuolo del mio amico Squinzi, contro la Roma di Astori e che è stata di Zeman, poi ci sarà l'Inter. Meglio giocarci a settembre, magari riusciamo a sorprenderli».
@enricopilia