«No alle esercitazioni israeliane in Sardegna». Da Sebastiano Dessi di Sel arriva un'ordine del giorno, sottoscritto da venti consiglieri, per spingere il sindaco Massimo Zedda a intervenire con il governatore Pigliaru per chiudere la porta a «esercitazioni militari, addestramento e qualunque altra forma di collaborazione con forze armate non appartenenti alla Nato, compresa la fornitura di armi, munizioni e sistemi militari». Palazzo Bacaredda non può certo intervenire sulle tensioni mediorientali, ma cerca di spingere la Regione a impedire le esercitazioni israeliane nei poligoni sardi. I venti consiglieri, 18 di maggioranza col sostegno di Paolo Casu e Gianfranco Lancioni, esprimono la loro preoccupazione «per l'inaccettabile violenza degli attacchi militari dell'esercito israeliano sulla striscia di Gaza con effetti devastanti sulla inerme popolazione civile» e condividono «le posizioni espresse dal presidente Pigliaru rispetto alle servitù militari, che vedono l'Isola subire il peso del 65 per cento del totale delle servitù militari presenti in Italia». (m. z.)