IL TOUR. Francesi e spagnoli campioni delle escursioni a piedi in città
Pochi servizi per i visitatori attratti dal Castello
Carnagioni lattee, canottiere colorate, teste bionde, in mano una guida turistica o una mappa della città. Foto di gruppo sulla piazzetta belvedere accanto al Palazzo viceregio, a fare da sfondo una distesa di tetti, il colle di Bonaria e Monte Urpinu, e il mare diviso in due dalla Sella del Diavolo, porto da una parte e Poetto dall'altra. Sul trenino scoperto coi cappelli di paglia, a piedi, concentrati davanti a un cartellone informativo, oppure a spasso per monumenti, musei e chiese: i turisti amano Cagliari. Ma Cagliari li ama?
Al loro arrivo, certo, li confonde. Appena usciti dalla stazione in piazza Matteotti (causa crisi nera del settore le navi da crociera, quest'anno, non arrivano) puntano dritti verso il chiosco marrone su cui svetta la “i” di informazioni. Ma quello non è l'infopoint, bensì un Ctm point, ufficio dell'azienda dei bus cittadini: l'impiegata, oltre a rispondere alle telefonate degli utenti, distribuisce gentilmente mappe e opuscoli e reindirizza i turisti al vero infopoint. È al pian terreno del Municipio, sulla destra subito dopo il cancello: pochi metri quadri e un via vai continuo. Le due addette si dividono fra una coppia che parla francese e un signore spagnolo; la prima ha qualche giorno a disposizione e chiede informazioni per lo shopping sotto le stelle, il secondo fa una tappa mordi-e-fuggi e vuole sapere cosa c'è di importante da vedere. «I più numerosi sono i francesi che - racconta un'operatrice - amano le escursioni a piedi». Tanti anche gli spagnoli. Le richieste di informazioni sono le più varie: fenicotteri, spiaggia, tradizioni, cibo.
FRA LE MURA Castello è il quartiere che attira di più. La cattedrale, coi tre portoni spalancati, è una calamita irresistibile. Anche perché l'ingresso è gratis. Non che il biglietto per la mostra su Maria Lai allestita lì accanto, nel Palazzo di città, sia particolarmente esoso (4 euro, 2,50 gli studenti, gratis gli anziani): pure, il movimento è molto meno. Il sole picchia. In piazza Palazzo molte auto (la pedonalizzazione è stata una parentesi lampo) ma neanche un bar. Fortuna che, scese poche scale, c'è la piazzetta Carlo Alberto, dove gli ombrelloni rossi di un caffè proteggono alcuni tavolini all'aperto.
BUONCAMMINO Devono invece uscire da Castello, attraversare Porta Cristina e puntare su viale Buoncammino, invece, i visitatori della Cittadella dei Musei che, dopo aver ammirato i giganti di Mont'e Prama, avessero necessità di ristoro. «C'è un chiosco di fronte alla Prefettura», spiega l'impiegato in servizio al gabbiotto. Ed è una dritta di tutto rispetto. Varcata Porta Cristina il venticello è un sollievo e il panorama un tuffo al cuore. In tanti si fermano ad ammirarlo e fotografarlo, magari concedendosi una pausa all'ombra della maestosa magnolia che fa da tetto ad alcune panchine. Qualcuno ne approfitta: vicino al chiosco c'è uno dei pochissimi wc chimici del centro (il sindaco Zedda non li ama).
SEGWAY Si fermano per qualche minuto anche quattro turisti del nord Europa, dritti sui segway, i e veloci e silenziosi monopattini elettrici che si noleggiano al porto (il tour da un'ora e mezza per il centro, 32 euro, è il più gettonato): «Il Bastione è il monumento che più colpisce i nostri clienti», spiega Ivo Cappai.
CIBO Ma è già ora di pranzo, si scende: per il cibo c'è Marina, ormai un ristorante diffuso, con le stradine vietate alle auto e gremite di tavolini all'aperto. E in via Napoli non si rischia di essere in ritardo: due ristoranti fanno orario continuato, e si può pranzare (o cenare, è uguale) anche alle cinque del pomeriggio.
Marco Noce