In caso di eventi critici sarà il sindaco a dirigere i servizi coinvolti
Arriva l'avviso di allerta meteo e si mette in moto un meccanismo: dirigenti e responsabili di Protezione civile, Abbanoa, Ctm, Enel, Isgas, Croce rossa, associazioni di volontariato si attivano. L'urgenza varia a seconda dell'entità dell'allerta, da moderata a elevata. Obiettivo: essere pronti, nei tempi più stretti, a prestare i primi soccorsi alla popolazione coinvolta. Spetta al sindaco, come da legge 100 del 2012, dirigere i servizi di emergenza. È il piano per le allerta meteo che il Comune ha approvato per Pirri ma anche per le zone di via del Fangario, via Abruzzi, via della Peschiera.
Le procedure valgono anche per incendi, smottamenti e crolli. A Pirri l'emergenza è l'acqua. Nel catino naturale fra via Italia, via Ampere e via Pisano confluisce la pioggia che cade su Monte Claro, Barracca Manna e il colle di San Michele. E le alluvioni, tra fine estate e autunno, sono cicliche.
IL PROGETTO DELL'UNIVERSITÀ Dopo qualla terribile del 22 ottobre 2008, il Centro interdipartimentale di ingegneria e scienze ambientali dell'università di Cagliari stabilì che per mettere in sicurezza Pirri occorrevano 16 milioni. Bisognava sistemare e bonificare le caditoie, realizzare delle grate, e costruire quattro vasconi sotterranei in cui far confluire le acque. Di questi, in sei anni, è stato realizzato solo il primo, in via Stamira: contiene 10 mila metri cubi. Degli altri tre, per ora, è prevista solo la realizzazione di quello di via Socrate, della stessa capienza. Per quelli di via Koch e via Su Planu, 15 mila metri cubi l'uno, non si sono trovati i finanziamenti. Nel frattempo ogni pioggia ha fatto venire gli incubi ai residenti.
GLI INTERVENTI Qualcosa, però, si è fatto: Fabrizio Marcello, presidente della commissione ai Servizi tecnologici, ricorda gli interventi per la pulizia delle caditoie, la programmazione di un sistema di pannelli luminosi che, sulle strade d'ingresso per Pirri, avviseranno cittadini e automobilisti in caso di pericolo, il sistema di monitoraggio del canale Terramaini (centraline elettroniche misurano i livelli e trasmettono i dati in tempo reale al sistema gestito dalla Protezione civile) e i lavori di dragaggio di quest'ultimo che, già avviati, costeranno due milioni. Altri 8 milioni sono a disposizione per le opere di urbanizzazione e i sottoservizi a Barracca Manna, in fase di progettazione.
«Il Piano di emergenza - conclude Marcello - è un traguardo importante: ci permetterà di non farsi trovare impreparati». (m. n.)