Lo spazio per i bimbi dell'antico borgo dei pescatori è chiuso da anni
«Il parroco ci dia una mano, metta a disposizione dei bimbi del borgo l'oratorio chiuso da troppi anni». Le parole delle donne dell'associazione Sant'Elia Viva più che un appello, sembrano una supplica. «Don Giampiero Zanda ci coinvolga nelle proposte rivolte al quartiere. Dobbiamo abbattere le barriere e le incomprensioni», tendono a precisare non negando qualche attrito tra il sacerdote che si è insediato a capo della parrocchia da appena quattro mesi.
VIA LE SBARRE La porta d'ingresso dell'oratorio è sbarrata, così come le finestre. Da tempo, a giudicare dalle cartacce e dalle foglie secche. A fianco, oltre il caseggiato che ospita le suore e un'associazione che si occupa di viaggi per disabili, gli operai del Comune stanno sistemando quelle che un tempo erano le scuole medie e tra poco diventeranno il nuovo ufficio di collocamento. «I nostri bambini hanno bisogno di quello spazio. Non devono stare in mezzo alla strada», dicono in coro Rosa Sabati, Paola Murru, Rita De Agostini e Cenza Murru, le componenti dell'associazione tutta al femminile del quartiere. «Con don Vasco Paradisi e don Marco Lai l'oratorio è sempre stato il punto di riferimento della borgata. Da alcuni anni, dopo il trasferimento di don Lai, la struttura è chiusa e viene aperta solo in casi eccezionali». Come sono i rapporti col parroco don Giampiero Zara? «Nel borgo il prete è un'istituzione, abbiamo bisogno di un buon sacerdote che non dica solo messa. L'abbiamo invitato alla festa di Sant'Elia, ma ha risposto picche». Vi sentite abbandonati? «Hanno chiuso le scuole elementari e le medie. L'oratorio deve riaprire. È un momento eccezionale, grazie anche alle iniziative culturali al Lazzaretto».
IL PARROCO FRENA Don Giampiero Zara tira il freno a mano. «Grazie ma ci organizziamo da soli. L'oratorio funziona: tutti i martedì ci sono iniziative». Un po' poco per un quartiere che ha bisogno di spazi.
Don Zara nella prima omelia a Sant'Elia aveva citato l'evangelista Matteo: «Le cose si fanno per la gloria di Dio, non per se stessi».
Andrea Artizzu