L'INTERVISTA. Giuliano Pisapia scommette sul mare e le eccellenze dell'Isola
sindaco di Milano e il ruolo del capoluogo sardo
Cagliari come porta dell'Expo 2015? Al sindaco di Milano Giuliano Pisapia piace, la proposta formulata ieri mattina all'Exmà dal presidente della Camera di commercio Giancarlo Deidda: far atterrare a Elmas una parte dei 20 milioni di visitatori attesi per l'esposizione universale che aprirà i battenti nel capoluogo lombardo il prossimo primo maggio e fare in modo che si trattengano in Sardegna per uno-due giorni prima di raggiungere il Continente.
Sindaco, si può fare?
«Ne sarei estremamente felice. I visitatori dell'Expo non staranno a Milano più di quattro-cinque giorni: chi, per quei sei mesi, verrà dagli Stati Uniti, dal Sudamerica, dalla Cina, dall'India (e saranno milioni) poi avrà desiderio di conoscere il nostro Paese. Le imprese potranno essere attirate dalle bellezze del paesaggio sardo ma soprattutto dai rapporti con le piccole e medie imprese che in Sardegna sono preziose e hanno un know how elevato. Questo potrà anche portare un flusso turistico dalla Sardegna al territorio milanese. Chiaramente bisogna creare le condizioni per essere attraenti non solo per lo splendido mare ma per tutte le potenzialità e le eccellenze: far conoscere questo patrimonio, creare eventi sia di divertimento che di conoscenza».
Cosa manca all'immagine dell'isola per essere spendibile sul mercato globale?
«La Sardegna è conosciuta in Italia e all'estero soprattutto per il mare, per me il più bello del mondo. In questi due giorni di incontri cagliaritani ho scoperto che ci sono eccellenze nell'agroalimentare e in altri campi: bisogna saperle far conoscere e avviare rapporti con imprese straniere per lavorare insieme e unire le forze. Questo può portare nuova esportazione e nuova occupazione».
L'Expo è l'occasione giusta?
«È un'occasione irripetibile per l'Europa. Quello del 2010 si tenne a Shangai, quello del 2020 sarà a Dubai, i successivi saranno in Paesi ora in pieno sviluppo economico. Expo 2015 creerà un valore aggiunto di 10,5 miliardi di euro. Cagliari e la Sardegna possono beneficiarne».
L'inchiesta che due mesi fa ha portato allo scoperto una cupola milanese degli appalti ha danneggiato l'immagine dell'Expo?
«Ho fatto l'avvocato per 25 anni, e ho letto le carte: l'85-90% delle contestazioni riguardano appalti per sanità e infrastrutture. Solo una delle persone coinvolte è legata all'Expo: un dirigente che ha lavorato benissimo fino allo scorso ottobre e poi s'è fatto coinvolgere da questa “cupolina” di vecchi protagonisti di Tangentopoli. A livello nazionale c'è stato un danno di immagine soprattutto perché nei media è stato ricollegato tutto a Expo. A livello internazionale non ha inciso: l'Italia in questo momento ha grande credibilità. Il problema è garantire la stabilità del governo, che non è accertata».
Insomma, non è il Mose.
«Non lo è. E le delegazioni di imprese e diplomatiche che ricevo quotidianamente, le personalità che incontro all'estero (di recente sono stato a Dubai, per esempio) mi confermano l'altissimo interesse».
A proposito, le sue trasferte per l'Expo sono molto meno costose di quelle della Provincia.
«Sono un viaggiatore low cost. Però ho un impegno, in questo periodo: non polemizzare con altre istituzioni proprio per difendere l'Expo. E non lo faccio».
Marco Noce