Le terrazze tra i palazzi erano state trasformate in garage
Le demolizioni proseguono senza sosta: distrutte le piastre e alcuni locali abusivi comparsi nel corso degli anni.
L'imponente tenaglia idraulica ha spaccato la lastra di cemento armato come se fosse burro. Poi la pala meccanica ha completato l'opera, sbriciolando lentamente una decina di metri quadrati di “piastre” nel complesso popolare Del Favero, a Sant'Elia. Tra cento giorni, finito il lavoro, saranno quasi un ettaro quelle trasformate in macerie e portate in discarica.
Ieri, poco prima della pausa pranzo, decine di occhi silenziosi guardavano dalle finestre dei palazzi i diciotto operai dell'impresa Rais (che ha vinto l'appalto bandito da Area) che, da una decina di giorni, stanno demolendo le famigerate terrazze degli edifici di via Schiavazzi, grandi solai rialzati che legano assieme i vari palazzi.
DA LUOGHI D'INCONTRO A RIFUGI L'idea originaria era quella di creare una zona d'incontro per i residenti, ma il risultato negli anni è stato quello di creare, al riparo da sguardi indiscreti, tanti rifugi sicuri per malavita e spacciatori. Zone pericolose, difficilmente raggiungibili persino alle forze dell'ordine. «Prima di iniziare abbiamo informato le 265 famiglie che al Del Favero quasi tutti ci hanno appoggiato, anche perché grazie a questa prima fase sarà possibile far decollare il piano di rilancio, con la creazione in quelle aree di zone commerciali e servizi», spiega Francesco Licheri, presidente di Area (ex Istituto autonomo case popolari).
400 MILA EURO Le demolizioni (costo complessivo poco oltre i 400 mila euro) sono iniziate da una decina di giorni e proseguono senza sosta, distruggendo le piastre e anche alcuni locali abusivi comparsi nel corso degli anni. «Ne abbiamo trovato trentasei», informa Licheri. «Ora stiamo facendo un'opera di sensibilizzazione perché c'è stata qualche protesta. Ma quel lavoro andava fatto perché poi dovrà decollare il piano di rilancio da 30 milioni di euro».
GARAGE ABUSIVI E UN BAR Molti di questi locali abusivi erano diventati dei garage supplementari, alcuni dei magazzini, uno addirittura qualcosa che, con un po' di fantasia, può apparire come un bar (rigorosamente senza licenza, visto ufficialmente non esiste). E se i vertici di Area accennano a qualche disagio e tensione incontrata in questa primissima fase del cantiere, l'impresa non conferma. «Per quanto ci riguarda non abbiamo avuto alcun tipo di problema», dice il titolare Mario Rais, «anzi stiamo procedendo più rapidamente del previsto. Durante le demolizioni può capitare che si creino lesioni ai garage del piano terra, ma stiamo provvedendo noi stessi alle riparazioni». Eliminate le piastre, il piano pilotis e il primo piano del Favero verranno finalmente illuminati dalla luce del sole.
FRANCESCO PINNA
22/01/2009