Sabbia. Al centro di tutto l'intervento, prima ancora dei chioschetti e dei servizi igienici, c'è lei: la sabbia. Quella color farina del Poetto di decenni fa, che i cagliaritani ricordano con rimpianto: nei mesi scorsi, scavando per far posto al sistema di drenaggio nel tratto di lungomare dove sono cominciati i lavori di rifacimento dei sottoservizi, i tecnici del Comune ne hanno trovato tantissima. Stava a 80 centimetri di profondità sotto l'asfalto e sotto un primo tratto di terreno. L'hanno estratta per far posto a condutture e serbatoi e l'hanno ammassata all'ippodromo: una montagna bianchissima, accecante.
Una volta pulita e setacciata, «sarà usata per ricostruire il sistema dunale che separerà la spiaggia dalla passeggiata», spiega l'assessore Frau: «In pratica sarà addossata all'ecofiltro che farà da barriera naturale antierosione».
Altra sabbia, spera l'amministrazione, verrà raccolta in futuro: «Nei lavori per il rifacimento del lungomare - ha spiegato Zedda - la parte più importante è quella che non si vede»: sotto l'asfalto e i marciapiedi erbosi (la pavimentazione scelta è una griglia) c'è un sistema di drenaggio che permetterà di raccogliere, separate, sabbia e acqua. La prima verrà utilizzata per ripascere le dune e la seconda, intercettata grazie a un serbatoio interrato, servirà a innaffiare piante ed erba delle aiuole. (m. n.)