Rassegna Stampa

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Pavimentazione della panoramica e addio frane. Ecco la nuova Calamosca

Fonte: web cagliaripad.it
18 luglio 2014

 

Il progetto prevede la riqualificazione della strada (700 metri) nella fascia costiera compresa tra l’Hotel e il vecchio stabulario. Alcune “gabbionate” metteranno al sicuro i costoni

Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it

 

 

Nuova pavimentazione e messa in sicurezza dell’area. Ecco la nuova Calamosca. Approvato dalla Giunta Zedda il progetto che prevede la riqualificazione della strada (700 metri) nella fascia costiera di Calamosca compresa tra l’Hotel e il vecchio stabulario, tramite la sistemazione della manto e la messa in sicurezza delle aree a rischio frana sul lato colle.

I bunker sotterranei. Si tratta della strada realizzata nella prima metà del Novecento per collegare l‘area di Calamosca con le strutture dello stabulario di Cala Fighera e il complesso di bunker e passaggi sotterranei militari, realizzati nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Oggi il manto stradale, ad eccezione del primo tratto che costeggia la recinzione dell’albergo sino al cancello dell’ingresso carrabile della Paillote, si trova in stato di forte degrado dovuto all’usura che ha procurato la presenza di fessurazioni, rotture, mancanza di materiale e buche in parte ricoperte con interventi provvisori.

Discariche e sosta selvaggia. Lungo la strada sono presenti dei fronti di cava, (aperti dopo la seconda Guerra Mondiale per estrarre materiale da impiegare nella ricostruzione della città colpita dai bombardamenti) e gli spiazzi antistanti, utilizzati come aree di sosta, si rivelano pericolosi per l’instabilità dei versanti e il rischio frane e costituiscono un riparo sicuro, assieme a slarghi e a piazzole ben nascoste (da vegetazione e dislivelli e raggiungibili da stradelli sterrati) per l’intimità da parte delle coppiette in auto e, purtroppo, spesso si trasformano in discariche a cielo aperto. Non solo. La strada serve due attività commerciali turistiche molto frequentate, in particolare nei mesi estivi, e questo comporta notevoli disagi per la viabilità e danni ambientali, in quanto vengono utilizzati come aree di sosta tutti gli slarghi presenti lungo la strada, molti dei quali coperti da vegetazione autoctona, molto spesso deturpata. Il tutto contribuisce al degrado di una delle zone di maggior pregio paesaggistico e naturalistico della città

Il progetto. Il progetto di recupero si sviluppa secondo due linee di azione: messa in sicurezza dei pendii franosi lungo la strada tra l’albergo di Calamosca e l’area dell’ex stabulario (Paillote), e riqualificazione e adeguamento della sede stradale, attraverso la regolamentazione della viabilità, della sosta e degli accessi e della realizzazione di un marciapiede che consenta di percorrere in comodità e sicurezza l’area.

La carreggiata sarà leggermente più larga di quella attuale passando da 3,60 m a 4,20 m sufficienti a garantire un agevole scorrimento a doppio senso di marcia con limite di velocità pari a 30 km/h, e sarà accompagnata, sul lato del monte, da un marciapiede di larghezza pari a 1,50 m con dislivello di 5 cm rispetto al piano stradale, in modo da poter essere usato dai veicoli in coincidenza di incroci tra mezzi ingombranti.

La pavimentazione stradale (663,41 m di lunghezza) sarà di tipo rigido, in calcestruzzo armato e rivestimento antiusura pigmentato (663,41 m di lunghezza), mentre il marciapiede in calcestruzzo architettonico, effetto ghiaia a vista, della larghezza di 1,50 m e spessore 10 cm. Previsto anche un cordolo di 295 m di cordolo in muratura di pietra calcarea, a delimitazione del marciapiede stradale, realizzato con il materiale di cava o proveniente dai pendii franosi, una staccionata di 76,75 m di staccionata rustica in legno di castagno scortecciato, mentre la barriera di guard rail metallico lato mare sarà sostituita da una  barriera di sicurezza in acciaio-legno di 540,49 metri.

Completano l’opera due cartelli stradali di prescrizione (obbligo e pericolo), 5 panchine da esterno in legno massello, e sarà predisposto l’impianto di illuminazione pubblica, con la realizzazione di 663,41 metri di cavidotto interrato. Il rischio archeologico è stato classificato come “medio” e pertanto un archeologo dovrà monitorare costantemente i lavori.

I "gabbioni". Ma un punto potrebbe accendere le polemiche e aprire un nuovo fronte tra l’amministrazione e il mondo ecologista. A Calamosca, come sistema di protezione dai crolli, saranno posizionate alcune“gabbionate”, che dalla descrizione rievocano le “fioriere” di Tuvixeddu. Saranno posizionate nelle tre aree a rischio frana. Si tratta di 929, di gabbioni del tipo a scatola, di dimensioni modulari 2x1x1 e 3x1x1, realizzati in rete metallica e maglia esagonale tipo 8x10 tessuta con trafilato di ferro opportunamente assemblati e riempiti di ciottolame.

La valutazione di incidenza ambientale, che ricorda “in quale contesto ambientale di grande pregio naturalistico sia ubicata la strada”, punta l’indice proprio sulle gabbionate. Ma precisa che “queste strutture si rendono necessarie per ovviare agli attuali pericoli e divieti dovuti alle frane ma in ogni caso sono stati progettati in modo tale da essere ricoperti con uno strato di terra vegetale, biostuoia e successivamente rinverditi con essenze autoctone tipiche dell’area SIC al fine di ottenere un rapido rinverdimento e mascherare la struttura”.