IL CONCERTO. Band di grande pregio mercoledì a Sant'Elia
F u un periodo ribollente, quello tra la fine degli anni '60 e i '70, e i King Crimson, come altre formazioni di allora, tolsero le briglie alla fantasia saltando gli steccati che dividevano i generi, addentrandosi nei territori della musica sperimentale e dell'improvvisazione, e vivendo il rock come visionaria dichiarazione di libertà da ogni prevedibile abitudine. I Crimson, per molti, sono stati i padri del progressive, il miglior gruppo di art-rock britannico, la band che inventò un rock sganciato quasi del tutto dalla tradizione degli anni Cinquanta e Sessanta, uno dei pochi casi di struttura aperta, di laboratorio, la cui storia è segnata da addii e resurrezioni. Del quartetto di allora, è rimasto solo il fondatore Robert Fripp, che riapparirà sulle scene in autunno, a cui col passare del tempo, si sono affiancati magnifici solisti, entrati a far parte della corte del Re Cremisi negli anni Ottanta, Adrian Belew e Tony Levin, e nel decennio successivo, come nel caso di Pat Mastellotto.
Musicisti di consumata bravura che, da qualche anno, hanno ripreso a condividere palchi e suoni all'interno del King Crimson Projeckt, ma per fortuna senza esiliarsi in un passatismo spocchioso, e senza farsi tentare da giovanilismi fittizi.
Un progetto apprezzato e applaudito mercoledì da un migliaio di persone all'Arena Sant'Elia di Cagliari in una serata organizzata da La Via del Collegio, che in apertura regala i successi progressive rivisitati dalla cover band di Luna Alcades, la parentesi pop della sedicenne vocalist filippina Queen Babyjen De Villa, e il rock potente, diretto, impegnato e senza compromessi, dei Grog di Joe Perrino, nati dalle ceneri degli Elefante Bianco.
Una sorta di antipasto sonoro dal sapore variegato, prima di gustare il piatto forte, servito a tavola alle 22 da Adrian Belew, chitarrista che vanta una carriera importante, ricca di partecipazioni come session man di lusso (Zappa,Bowie, Byrne), Tony Levin, il cui basso ha attraversato la storia del rock e del pop (Reed, Lennon, Gabriel, Taylor, Simon), Pat Mastellotto, metronomico batterista, e dagli altri tre compagni di viaggio: Markus Reuter, chitarra, Julia Slick, basso, Tobias Ralph, batteria, che compongono un organico caratterizzato da un doppio trio, capace di regalare ognuno la propria musica, come di suonare insieme formando una grande band, in grado di regalare emozioni a nervi scoperti. Alternando un suono potente e autorevole, in cui si innestano repentini cambi di direzione e di ritmo, fitti dialoghi tra batterie, esercizi virtuosistici e muscolari, a momenti intimi, carichi di lirismo di ardite melodie, il concerto offre temi originali firmati da Belew e Levin, ad altri del periodo Crimson, come nel caso delle frippiane “Breathless” e “Red”, che i fans riconoscono fin dalle prime note e salutano con caldi applausi. Resta da dire del posto: l'Arena Sant'Elia, così com'è, continua a far storcere il naso a chi va per concerti. Inutile negarlo.
Carlo Argiolas