“Sardinia Sardinia”, scritta con Gino Marielli per le voci di Pago e delle Balentes
I l poeta, come lo chiamava Lucio Battisti, entra nel tempio della musica di Cagliari, il Teatro Lirico, stringendo in mano un regalo per tutta la Sardegna. «Ho scritto una canzone per questa terra che amo profondamente». Giulio Rapetti, in arte Mogol, settantotto anni ad agosto, è una miniera di successi, di ricordi e di progetti. Ha trasformato in emozioni milioni di parole, che si sono tradotte in 1500 canzoni che hanno fatto il giro del mondo. Se volete farvelo nemico, chiamatelo paroliere.
«È dequalificante, non ci sono i musichieri, ma solo musicisti e autori, non parolieri». Ha acceso luci, ha scoperto talenti e formato artisti, ma soprattutto ha esaltato le parole. Dopo aver trionfato per 4 volte a Sanremo, dopo un fortunato sodalizio con Lucio Battisti, durato 15 anni che ha prodotto alcuni dei brani più belli della canzone italiana, adesso Mogol dedica la sua poesia alla Sardegna e ai sardi con una canzone che s'intitola “Sardinia Sardinia”. La musica è scritta con Gino Marielli dei Tazenda, le voci sono quelle di Pago e delle Balentes, e l'arrangiamento è firmato da quello che Mogol definisce «un chitarrista sardo di livello mondiale», ovvero Massimo Satta. «Il risultato è straordinario», dice, «non era facile realizzare quello che avevo in mente, ma ci sono riuscito».
Con Battisti «succedeva di mattina, io steso per terra con una tazza di caffè, lui sul divano con la chitarra a tracolla. Le nostre canzoni nascevano così», ricorda sempre. Stavolta, invece, «volevo scrivere un testo che diventasse un brano di accoglienza per la Sardegna, quasi identitario. Proprio come accade quando arrivi alle Hawaii o in Polinesia, volevo che anche l'Isola avesse una sua musica che trasmettesse emozione e gioia», dice. Un inno scritto, quindi, per celebrare un grande amore, non un amore profano come quello di “Pensieri e parole”, ma «il mio profondo legame con la Sardegna, e con la sua gente, che dura da più di 40 anni. La prima volta che sono arrivato a Porto Rotondo con la mia barca c'erano solo un moletto di legno e un bellissimo prato. Ma in fondo, a saper guardare con gli occhi giusti c'era tutto già da allora». Oggi, però, è diverso. La crisi e la disoccupazione hanno cambiato il volto della Sardegna e tolto il sorriso a molti sardi. «È per questo che ho deciso di scrivere Sardinia Sardinia», confessa. «La canzone nasce da un profondo dispiacere. La crisi ha colpito tutti, ma sulla Sardegna ha infierito con durezza. Questo fatto mi ha molto addolorato. Quest'Isola potrebbe essere la più ricca d'Europa, invece si ritrova in una condizione peggiore di altre realtà. Allora mi sono domandato: cosa posso fare io per aiutare questa terra? Pochissimo, per la verità. Ma qualcosa sapevo di poter fare. Per esempio, scrivere un testo e trovare una musica che allontanasse dai cattivi pensieri e promuovesse l'immagine migliore di questa terra». Per realizzare questo progetto ha voluto Gigi Marielli dei Tazenda. «Sono sempre stato un grande amico di Andrea Parodi. Grazie a lui sono diventato amico anche di Gigi. Così, quando ho deciso di realizzare questo brano, ho pensato subito a qualcuno che da sempre racconta la Sardegna», spiega. Quindi su Andrea Parodi aggiunge: «Era un artista straordinario, un amico con cui andavamo spesso a pescare. Un giorno lo portai in barca all'Isola di Mortorio, di fronte a Porto Rotondo, dove non ci sono rocce. Lo sfidai a immergersi e tornare su con un pesce, lui mi rispose che essendoci un fondale di sola sabbia sarebbe stato difficile. Poi entrò in acqua e dopo mezz'ora riemerse con un'orata gigante. Anche in questo modo sapeva essere straordinario».
“Sardinia Sardinia” la ascolti tre volte e diventa un tormentone, come tutte le canzoni di Mogol. Lo ha capito la Regione, che per promuovere l'immagine della Sardegna stringe ora accordi con le compagnie aeree e marittime, gli scali aeroportuali e portuali. Sarà la canzone di “benvenuti nell'Isola”.
Mauro Madeddu