Zdenek Zeman dalla panchina al palco. Il tecnico boemo, chiamato dal nuovo presidente Tommaso Giulini a mostrare al pubblico cagliaritano, col suo quattrotretrè , ha dato un primo saggio delle sue doti da anchorman in pubblico. L'occasione è stata data da “RNext”, manifestazione promossa da Repubblica.tv e sbarcata a Cagliari per la sua sesta tappa. E sul palco in Piazza Palazzo, accompagnato dal neo europarlamentare Renato Soru, è comparso proprio lui, Zeman Zdenek da Praga, tecnico, profeta e filosofo.
Per lui pochi minuti e tanti applausi da parte del pubblico cagliaritano, che sta iniziando a conoscere un allenatore che, a 67 anni, ancora si diverte a insegnare il suo calcio e dispensare pillole di saggezza. E il primo pensiero va proprio ai tifosi, quelli che lo accolgono ovunque con entusiasmo, salvo poi, come accaduto a Roma nella sua ultima avventura, contestare: «Di solito la gente spera di vincere. Ma alla fine vince solo uno e le altre diciannove stanno dietro». Ora Zeman allena il Cagliari, «e noi non vogliamo solo partecipare, ma anche competere».
Zeman fa il battitore libero, spaziando su tutto il fronte del calcio, italiano e non. «Perché l'Italia e il Brasile hanno perso? Forse qualcosa non è andata bene. Cosa? I ragazzi non giocano più per strada. Dalla partecipazione ai Mondiali in Federazione sono arrivati dei soldi. Sarebbe bene investirli nella costruzione di campi da gioco, dove far crescere i ragazzi». Vede la Germania favorita per la vittoria al Mondiale («lo dico dall'inizio») e chiude parlando del Cagliari: «La mia missione qui potrà dirsi riuscita solo se vedremo tanta gente allo stadio. Anche se qui, da questo punto, siamo messi male visto che c'è qualche problema, anche se la società si sta dando da fare. Spero di vedere tanta gente allo stadio e di regalare emozioni». ( al.m. )