Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ambulanti, una terra di nessuno

Fonte: L'Unione Sarda
20 gennaio 2009

MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009

Pagina 2 - Cagliari



Il piano delle aree per questo commercio è pronto da dieci anni ma l’amministrazione comunale l’ha rimandato continuamente




ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. Quasi tutti in città utilizzano i mercatini domenicali, come quello di Sant’Elia, ad esempio. E tantissimi vanno a fare la spesa, anche giornalmente, presso piazza San Michele o via Po. Oppure, ogni tanto, molti cittadini fanno le compere domenicali nelle rivendite che sorgono più o meno spontanee, come nel piazzale davanti al Cis. E ancora: a chi non è capitato di fermarsi ad acquistare un po’ di frutta e verdura dall’ambulante fermo con le casse di ortofrutta esposte vicino al suo furgoncino in una via qualsiasi della città? Pochi però, sanno che tutti questi mercati (singoli o collettivi) sono abusivi.
Gli unici regolari sono quello domenicale di viale Trento (il cui suolo, nel parcheggio che si trova davanti alla Regione, è concesso dal governo dell’isola) e gli ambulanti che si trovano al di fuori dei mercati civici, la cui regolamentazione è parallela a quella dei centri a cui si affiancano.
Ma il paradosso di tutto questo è che esiste un piano di riassetto del settore dell’ambulantato che risale a quasi dieci anni fa. «Ma che non è mai stato utilizzato - spiega Paolo Casu, indipendente del centrodestra, presidente della commissione comunale consiliare alle Attività proputtive - infatti alcune delle aree che erano state scelte sono state, nel frattempo, destinate ad altre funzioni. Ad esempio: l’area tra via Mandrolisai e via Abruzzi sarà in parte occupata dal progetto di una nuova piscina per la zona. Nello stesso tempo, però, tutto resta fermo negli uffici comunali. E così l’abusivismo continua indisturbato. Nel frattempo è stato votato solo il regolamento».
Nell’ambulantato moltissime persone cercano una via d’uscita alla mancanza di lavoro. E sono ancora presenti le immagini delle forti proteste che si erano sviluppate a San Michele quanto c’èra stato l’intervento dei vigili. Per tantissimi cittadini è una fuga dalla disperazione: un modo per arrangiarsi e portare a casa i soldi per il pranzo. «In questa situazione - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd in consiglio comuanle - si crea una sorta di regolarizzazione di fatto. Oggi, però, è importante che tutte queste realtà siano riportate in una visione complessiva. L’ambulantato è una risorsa per la città, ma non può restare terra di nessuno. Ma in Comune l’amministrazione non si muove».
Come accennato, in città vi sono tantissimi venditori di ortofrutta, sparsi in varie vie. «Io avevo proposto - precisa Casu - che tutte queste persone, nella maggior parte abusivi, fossero in qualche modo regolizzati e che venisse trovato per loro un luogo adatto dove poter stazionare tutti i giorni, come il parcheggio inutilizzato dello stadio di Sant’Elia».
Nel frattempo sembra arrivato a conclusione il problema del mercato all’ingrosso dell’ortofrutta. Una parte degli operatori che non avevano accettato di trasferirsi, comprando un box, nel centro privato di Sestu, hanno chiesto al Comune di poter restare ancora per qualche giorno prima di spostarsi in una nuova struttura da loro trovata. E l’amministrazione ha concesso, con tacito assenso, che questo avvenga. I ventisette operatori dell’ex (dal 15 di questo mese) mercato di viale Monastir hanno trovato il nuovo spazio in un’area alla fine di viale Monastir: quattromila metri quardati di cui 175 coperti e 170 semi coperti.
Contrario alla chiusura del vecchio ortofrutta resta, però, Casu: «Il vecchio mercato all’ingrosso - afferma - deve continuare a operare: sarebbe un danno grave per la città. C’è una proposta della commissione per trasformarlo in una fiera permanente del’agroalimentare».
Per un mese, sino al 21 dicembre, gli operatori rimasti avevano occupato il centro per protesta contro lo sfratto seguito al non pagamento della triplicazione del canone, imposta dal Comune. Poi poco prima di Natale il sindaco ha concesso che restassero sino al 15. Nel frattempo, come accennato, gli ex titolari dei box hanno trovato un locale alternativo in cui trasferirsi per creare un altro mercato all’ingrosso, privato: che affiancherà quello di Sestu, dove si sono da tempo trasferiti la maggior parte dei precedenti operatori di viale Monastir.