MARTEDÌ, 20 GENNAIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Con Uasc arrivano gli indiani di Hanjin Shipping Il 24 in porto la prima portacontainer araba
MAURO LISSIA
CAGLIARI. C’è il contratto, arrivano le navi: come anticipato nei giorni scorsi le compagnie United Arab Shipping Company (Uasc) e l’indiana Hanjin Shipping hanno scelto l’hub di Macchiareddu per portare le merci in Italia e nel centro Europa. Nell’arco di un anno il volume di container movimentati da Cict nelle banchine cagliaritane dovrebbe aumentare di circa 120 mila teus, vale a dire il 20 per cento in più rispetto alle già rosee previsioni concordate con la Grand Alliance. La prima nave è annunciata per il 24 gennaio è sarà della Uasc, il 29 in porto la Hanjin Rio de Janeiro col primo carico di contenitori.
L’hub sardo entra quindi nel servizio combinato Aec1 dell’operatore arabo Uasc, destinato a collegarlo con Asia, Golfo Arabico e Mar Rosso. Il che significa che Cagliari farà parte di una rete di scali che comprende il sub continente indiano, i porti di Busan, Kaohsiung, Yantian, Hong Kong, Singapore, Khor Fakhan, Jabel Ali, Jeddah, Rotterdam, Thamesport, Amburgo e Anversa. Grazie all’accordo con Hanjin lo scalo di Macchiareddu sarà connesso con Nhava Sheva (India), Port Said, La Spezia, Fos, Barcellona, Valencia e gli Stati Uniti. Secondo una nota diffusa da Hanjin Italy è di «assoluto rilievo il transit time da Nhava Sheva» che mette l’hub cagliaritano al centro del traffico internazionale destinato al mercato italiano: a Cagliari arriverà una nave ogni giovedì.
Stando ai dati diffusi in questi giorni Uasc impiegherà dieci portacontainer, di cui nove da 6900 teus e una da 4250 teus. Mentre Hanjin farà ruotare nove navi di nuova costruzione capaci di raggiungere una velocità di ventuno nodi e in grado di trasportare 4300 teus.
Per il porto canale l’arrivo di due nuovi clienti di questa stazza è un grosso colpo, perchè tiene le banchine di Cagliari al riparo da una crisi planetaria ancora difficile da decifrare. In altri hub del mondo si registrano pesanti cali dei volumi di traffico, nei blog dei navigatori e nei siti specializzati nell’analisi del mercato del transhipment si parla ormai apertamente del rischio di fallimento che alcune grandi compagnie corrono. Il 2009 viene annunciato come un anno orribile per il settore del trasporto marittimo, la contingenza economica negativa ha provocato una caduta della domanda a livello mondiale e di conseguenze il numero dei container pieni destinati al trasporto si è fortemente ridotto. Chi ha previsto la flessione se la caverà, le compagnie che hanno investito su nuove navi legando l’investimento ai volumi di traffico degli scorsi anni potrebbero passarsela molto male. Ma come per un miracolo, che compensa il ritardo terrificante con cui il porto industriale di Cagliari è partito, Macchiareddu sembra destinato a vivere come isola felice nel panorama internazionale del trasporto marittimo. Comunque a mantenere i livelli programmati e già raggiunti in base all’accordo quinquennale firmato dall’amminsitratrice di Contship Italia Cecilia Battistello con la Grand Alliance capeggiata dai tedeschi dell’Hapag Lloyd. Un accordo che - salvo improvvisi tsunami finanziari - porterà 880 navi nell’anno in corso e ha fatto registrare già a ottobre del 2007 un volume di traffici pari a 65 mila teus, il dieci per cento in più di quanto programmato, con un flusso medio di tre navi al giorno che riporta l’attività dell’hub marittimo ai livelli-picco del trimestre gennaio-marzo 2007 e anche un po’ al di sopra. I due nuovi operatori andranno ad integrare il trend di sviluppo dei traffici e proteggerà Cict dalle possibili ripercussioni negative della crisi internazionale: se la Grand Alliance - i giapponesi di Nyk, i tedeschi di Hamburg sud, i coreani di Senator Line, i malesi di Misk e Ocl del gruppo Tung di Hong Kong - fosse costretta a ridurre i volumi programmati, Uasc e Hanjin ne garantiranno una copertura alternativa. Non solo: l’arrivo di nuovi operatori offre un notevole spazio alle speranze di crescita, in un porto che occupa un posto strategico nello scacchiere marittimo internazionale.