Autore: Federica Lai il 08/07/2014 16:24
Teatro Lirico, dubbi sul bilancio economico della fondazione di Sant’Alenixedda. I sindacati lanciano un campanello d'allarme sull'andamento economico gestionale dell’ente musicale di Cagliari. “Da mesi i nostri numerosi comunicati aziendali in cui si chiedono documenti, trasparenza e sostenibilità, sono rimasti senza risposta – scrivono in un comunicato i rappresentanti dell’Unione sindacale di base - Abbiamo seri dubbi sulla tenuta economica dell'azienda e sulla chiusura in pareggio del bilancio”.
I lavoratori del Tetro Lirico chiedono chiarezza e trasparenza. “Finora solo i lavoratori hanno pagato a caro prezzo le gestioni fallimentari – si legge nel comunicato - con decurtazioni salariali e peggioramento delle condizioni lavorative, in particolare per il personale precario, risorsa di alta professionalità troppo spesso bistrattata”. E chiedono di poter visionare una serie di atti come ilrendiconto economico aggiornato sui contributi ordinari 2014, incassati e non, di Fus, Ras, Comune di Cagliari e Banco di Sardegna. Il bilancio consuntivo del 2013, con aggiustamento di bilancio del 2014, i costi analitici degli allestimenti in cartellone, con particolare attenzione a Turandot. Lo stato ed eventuale copia di rinnovo dei contratti in scadenza a giugno 2014 di Direttore di Produzione, Direttore Allestimenti Scenici e Maestro del Coro. E l’aggiornamento su ‘anticipo di finanziamento’ di 8 milioni ottenuto dalla Ras destinati esclusivamente a ripianare i debiti verso fornitori a breve-medio termine: 4 milioni già incassati dalla Fondazione. Si teme che, in particolare, le 8 recite fuori abbonamento di Turandot, pensate per il turismo estivo, siano ad alto rischio d'impresa, per i tempi ristrettissimi di progettazione e le quasi nulle informazioni ottenute a riguardo sul progetto.
“Una cosa è invece chiarissima – spiegano i lavoratori - per sostenere economicamente l’operazione e il decentramento estivo 2014, l’azienda ha introdotto per la prima volta in tutti i settori dei contratti di ‘part-time verticale’, penalizzando di fatto il precariato storico. Operazione che non ha precedenti in nessun altra Fondazione italiana per organicità e numero di dipendenti interessati”.
Tra le critiche anche qualche elogio. “Non si può negare ci siano oggettivi buoni risultati ottenuti da questa dirigenza – si legge nel comunicato - Il positivo andamento della campagna abbonamenti, grazie anche ad offerte e pacchetti diversificati, l’aumento dei pezzi di produzione e l’interazione con le nuove tecnologie e i social network, e il ritrovato interesse della stampa e le recensioni positive”.