Caldo e umido, la città presa d'assalto dai fastidiosi insetti succhiasangue Zanzare, la notte è insonne
Hanno cominciato a pungere da diverse settimane, ma in questi giorni di gran caldo e grande umidità hanno davvero messo a dura prova la pazienza di chi abita nelle aree periferiche della città, le più infestate dalle zanzare. Così a Genneruxi, a San Giuliano e nella zona Stadio-Amsicora, ma anche sul versante opposto verso Santa Gilla, le fameliche succhiatrici di sangue hanno convinto anche i più resistenti e pessimisti a infilarsi in una farmacia o in un supermercato per far grande scorta di “veleni”. Sostanze che se in qualche caso tengono lontana la Culex pipiens molestus , dall'altra non sono certo un toccasana per la salute. Né lo sono, d'altra parte, gli altri marchingegni inventati per sbarrare il volo alle fastidiosissime zanzare come quelli a ultrasuoni.
L'ESPERTO «La difesa migliore, anche più salubre, resta il sistema meccanico, ovvero la zanzariera. Affiancato, sia chiaro, a un'opera intelligente di prevenzione come l'eliminazione dei ristagni d'acqua, anche quelli dei sottovasi», taglia corto Alessandro Sanna, responsabile del Centro provinciale antinsetti, l'organismo che ogni anno, dalla primavera e per l'intera estate, mette in campo le sue squadre per debellare le larve delle molte specie presenti in Sardegna (ben 36, secondo l'entomologo Carlo Contini), e in particolare quelle degli insetti che prediligono il sangue dei mammiferi. Uomo compreso.
GLI INTERVENTI «In primavera cominciamo con la disinfestazione delle caditoie, poi si va avanti per tutta l'estate nelle aree più sensibili. È chiaro che se la stagione è più piovosa si devono mettere in campo ulteriori interventi», spiega Sanna. «Resta fondamentale l'azione che ognuno di noi deve fare nella propria abitazione come nel condominio. L'acqua dei sottovasi, delle cisterne e dei serbatoi nelle terrazze è un eccezionale luogo di proliferazione, come d'altra parte gli impianti di irrigazione pubblica difettosi. L'anno scorso, in via Zagabria, dopo tante richieste d'intervento e di controlli, scoprimmo che la causa era non nel vicino stagno quanto in un vero e formidabile focolaio presente nello stesso immobile», racconta il responsabile del Centro antinsetti.
LA SPERANZA Insomma, al di là della lotta “pubblica”, resta determinante quella privata. A preoccupare, ora, non saranno solo le notti insonni per colpa di tanti, troppi pungiglioni impazziti, quanto le lunghe serate ai concerti, agli spettacoli all'aperto. La sosta in un parco per godersi un po' di frescura. Sperando che Culex pipiens sia davvero meno molesta.
Andrea Piras