I rivenditori di bevande alcoliche espongono il cartello col divieto
Nessun controllo notturno a Marina e Stampace
A spasso per le vie della movida con in mano la bottiglia di birra, sorseggiata lentamente e platealmente tra l'indifferenza generale. Controlli: nessuno. Forze dell'ordine avvistate in un'ora: zero. Scene di degrado e inciviltà registrate: pochissime. Anche se c'è da precisare che l'esperimento per verificare l'impatto dell'ordinanza con cui la scorsa settimana il Prefetto ha vietato la vendita da asporto e il consumo di alcolici per strada dalle 22 alle 6, è andato in scena martedì notte, mentre il peggio accade nei fine settimana.
IL TOUR DELLA BIRRA Sono le 23,15 e per le viuzze di Marina c'è molto movimento. Non il pienone che si registra il venerdì e il sabato, ma è appena iniziato luglio, fa caldo e restare a casa, se proprio non si muore di sonno, sembra un delitto. E infatti i tavolini all'aperto dei vari pub e bar sono tutti pieni. La prima tappa è in un locale tra piazzetta Savoia e via Barcellona per ordinare una bottiglietta di Ichnusa. Il titolare spiega: «Ai tavolini non c'è problema, ma non possiamo vendere alcolici o bottiglie di vetro da asporto». Dopo i primi sorsi ci si alza e si raggiunge con la bottiglia in mano piazza Santo Sepolcro, che a quanto dicono è la meta preferita dei nottambuli più indisciplinati. Una panchina è il punto ideale per finire la birra violando il divieto e osservare quanto accade sulla scalinate della chiesa, dove c'è un folto gruppo di giovani e giovanissimi. Suonano la chitarra, cantano e soprattutto bevono. Accanto a loro ci sono bottiglie di vino e di birra vuote. Le uniche divise che si vedono sono quelle dei City Angels, che passano dritti sorridendo e salutando gli amici ai tavolini.
IL DIVIETO L'Ichnusa ormai vuota finisce nel cestino del vetro. La prossima tappa è nella parte bassa di Marina, dove c'è un market aperto tutta la notte in cui si possono acquistare alcolici di ogni tipo e gradazione a prezzi più convenienti di quelli dei locali trendy. All'ingresso un cartello avverte: «Non si vendono alcolici da asporto dopo le 22». Ci proviamo. «Vorrei una bottiglia di birra». Il titolare ci squadra: «Sai dell'ordinanza vero? La devi bere qui dentro, in questa strana città è vietato bere per strada dopo le 10 di notte». «Quale ordinanza? Non so nulla, ma se non la posso portare via non la voglio, sono di fretta». Lui non fa una piega: «Come vuoi».
SITUAZIONE TRANQUILLA La passeggiata riprende, direzione via Manno e poi largo Carlo Felice. In quasi tutti i bar è esposto il cartello che avverte del divieto imposto dal Prefetto per tutelare il decoro urbano e il diritto alla quiete dei residenti a Marina e Stampace, cioè i rioni in cui si concentra la movida cagliaritana. E in effetti la situazione è abbastanza tranquilla: in giro non ci sono torme di ubriachi né si vedono bottiglie e bicchieri abbandonati per strada.
SECONDA BEVUTA In piazza Yenne il secondo test. Ancora una bottiglietta di birra da 33 centilitri. La barista azzarda: «Si vuole accomodare?». «No grazie, c'è troppo caldo preferisco berla in piazza», è la risposta. Lei non osa dire nulla. Fuori i maxi televisori dei vari locali sono sintonizzati sulla partita dei mondiali. Si stanno giocando i supplementari di Belgio - Stati Uniti e gli americani hanno appena segnato il gol della bandiera, scatenando le grida di giubilo di un gruppo di turisti forse loro connazionali. La mezzanotte è passata da un quarto d'ora e anche qui non si vedono forze dell'ordine. La partita finisce. E anche la birra. Ma non se n'è accorto nessuno.
Massimo Ledda