Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Città ferita, cultura e istruzione agli ultimi posti

Fonte: La Nuova Sardegna
19 gennaio 2009

LUNEDÌ, 19 GENNAIO 2009

Pagina 20 - Nazionale

Secondo un’indagine nazionale il Comune investe molto poco in settori prioritari



Il costo della tassa per la raccolta-rifiuti è il più alto di tutte le grandi città italiane



Cagliari è invece virtuosa nelle spese per l’ambiente

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. La tassa che i cittadini cagliaritani pagano per i rifiuti è la più alta d’Italia: 251 euro ad abitante. Un dato che si riferisce al 2007 (ma che non è diminuito) e che è stato rilevato dall’istituto Civicum, un gruppo di ricerca, di cui fa parte anche il Politecnico di Milano, che ha analizzato i rendiconti dei grandi Comuni italiani. Lo smaltimento dei rifiuti è sempre stato una spina nel fianco dell’amministrazione di Cagliari. Solo di recente (alcuni mesi fa) il Comune ha avviato la raccolta differenziata ed in poco tempo ha raggiunto il 30 per cento di differenziata. Ma il risultato complessivo del 2008, secondo l’opposizione, resta al 17 per cento.
Nello stesso tempo Cagliari si trova al quartultimo posto delle 23 città analizzate per la spesa corrente relativa all’istruzione. E questo nonostante la voce registri un incremento del 21 per cento rispetto all’anno precedente. Mentre gli investimenti in questo settore segnano un risibile penultimo posto.
Un altro dato fortemente negativo riguarda gli investimenti per la cultura, che pone Cagliari al penultimo posto, dopo Palermo. Un settore che negli ultimi anni ha avuto una flessione continua, con grande rammarico dell’assessore competente Giorgio Pellegrini. Recentemente, inoltre, il settore dei grandi eventi (capodanno e carnevale) è stato spostato dall’assessorato alla Cultura e spettacolo a quello del Turismo (Gianni Giagoni). Da rilevare inoltre che questo settore, che in altre città viene considerato prioritario, ha nel capoluogo dell’isola un dodicesimo posto per le spese correnti. Un fatto che dimostra la presenza di strutture in grado di animare la vita culturale cittadino: dall’ExMa al Ghetto degli ebrei, dal Castello di San Michele all’ex Lazzareto, sino all’ex Vetreria. Ma senza investimenti. Cagliari, però, sale al terzo posto per la polizia locale, quella municipale. Mentre ritorna ad un picco verso il basso nella viabilità e nei trasporti (terzultimo posto): sia nelle spese correnti che negli investimenti. Il capoluogo dell’isola, però, ha anche un primato in positivo: le spese correnti per la sistemazione del territorio e l’ambiente, dove si trova al primo posto. Mentre scende al sedicesimo per gli investimenti dello stesso settore.
Un altro dato da rilevare è che Cagliari, in proporzione, ha un «attivo patrimoniale» pro capite tra i più alti delle grandi città, che la pone al secondo posto dopo Venezia. Il tutto con un debito molto basso. Nello stesso tempo, però, il patrimonio comunale non è gestito in modo tale da permettere un rientro adeguato a limitare le tasse e i tributi comunali, o a incrementare gli investimenti.
In parallelo, a fronte di un ambiente pregevole e ricco di elementi naturali, la città sembra non riuscire a trovare una strada per far crescere il valore culturale delle sue ricchezze (sia monumentali che ambientali). Il fatto che gli investimenti nel settore della pubblica istruzione (anche se non sono di diretta pertinenza del Municipio) e della cultura siano così bassi, la dice lunga sul ruolo che viene dato a questo settore.
Come sottolineato dalla conferenza di inizio anno dalle tre confederazioni sindacali, la città e tutta l’area si trovano, quanto a occupazione, in una situazione molto preoccupante. Un quandro che richiede interventi anche per arginare i danni subiti da chi l’occupazione l’ha persa.
Tra i nervi scoperti ci sono poi - come accennato - anche la raccolta dei rifiuti che, in questo caso, pesa sulle tasche dei contribuenti; e pure la gestione del patrimonio che, a fronte di possibilità di risorse elevate, non riesce ad avere ricadute positive sulla città e i cittadini.