Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Movida, chi controlla?

Fonte: L'Unione Sarda
1 luglio 2014


Dopo l'ordinanza prefettizia che vieta gli alcolici tra le 22 e le 6

 

«Non si possono militarizzare i due quartieri»



 

Il prefetto Alessio Giuffrida conferma «lo spirito dell'ordinanza», l'amministrazione comunale ne ha sposato la filosofia e gli obiettivi senza però emanarne una sua perché - spiega il portavoce del sindaco Massimo Zedda - «non c'è alcuna necessità formale visto che già c'è quella prefettizia», il questore Filippo Dispenza condivide l'iniziativa ma spiega anche che «la polizia non può militarizzare Marina o Stampace». Risultato: per ora la guerra alla movida selvaggia - quella che tiene svegli sino all'alba i residenti e riempie le strade del centro storico di bottiglie, rifiuti e urina - resta in parte solo sulla carta.
Il nodo fondamentale è uno: a chi tocca materialmente far rispettare il divieto in vigore dalle 22 alle 6 di portare fuori dai locali bottiglie di vetro e consumare alcolici per strada? In teoria a tutti: polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili urbani. Nella pratica la cosa non è affatto semplice, anche per ragioni di forze in campo.
DENUNCE IN ARRIVO Una prima mazzata è comunque in arrivo e si abbatterà sui partecipanti e gli organizzatori del flash mob di piazza Santo Sepolcro, dove alle 22,01 di sabato, primo minuto di vigenza dell'ordinanza, in cinquanta hanno provocatoriamente violato il divieto bevendo birra in bottiglia. «Saranno identificati e perseguiti ai sensi dell'articolo 650 del codice penale - spiega il questore Dispenza -, perché non si può tollerare il rifiuto delle regole».
IL QUESTORE Quanto ai controlli in strada il numero uno della Polizia dice la sua, come sempre in modo schietto. «Torniamo sempre al solito punto - sono le sue parole - che si crede, sbagliando, di poter risolvere tutto con la polizia e la repressione, quando invece serve soprattutto prevenzione, senso civico, dialogo ed educazione. L'ordinanza del prefetto è giusta e ha finalità estremamente positive che bisogna saper cogliere, perché cerca di contemperare l'esigenza alla quiete dei residenti e al decoro urbano con quella al divertimento. Aggiungo che forse ne servirebbe anche una comunale a integrazione. Il problema esiste in tutte le città ed è un problema di educazione alle regole e di rispetto degli altri. I controlli saranno fatti e chi viola la legge sarà perseguito, anche dalla polizia nonostante il compito prioritario nostro e delle altre forze dell'ordine è quello di prevenire e reprimere i reati, garantendo la sicurezza. Ma non certo militarizzando i quartieri in cui esiste il fenomeno, perché in questo modo non si farebbe altro che esasperare gli animi e aumentare i problemi invece che risolverli».
RISCHIO INCIDENTI Dispenza non lo dice, ma si capisce che la preoccupazione maggiore sua e degli altri vertici delle forze dell'ordine è quella di dover usare le maniere forti in un contesto ambientale (e alcolico) in cui è facile innescare reazioni inconsulte. E lo stesso discorso vale anche per i vigili urbani, che pure da tempo effettuano controlli a Marina e Stampace. Dunque la domanda principale resta: si può dare la caccia uno per uno a chi gira per strada armato di bottiglie di birra?
IL PREFETTO Ieri il prefetto Alessio Giuffrida ha preferito non rilasciare dichiarazioni, anche se attraverso uno dei suoi collaboratori ha fatto sapere che «l'ordinanza è stata adottata per cercare di tutelare anche i diritti di chi abita in quei rioni». Sì va bene, però sabato scorso non è cambiato nulla: ha senso porre un divieto e non adottare le misure necessarie a farlo rispettare? «È presto per fare bilanci - è la risposta -, se servirà intensificare i controlli sarà fatto». Il prossimo fine settimana sarà il banco di prova.
Massimo Ledda