E' rimasto inascoltato da tempo, l'appello lanciato dall'associazione Amici di Sardegna
Cagliari. In una Villa abbandonata, le cui mura e l'area circostante sono di proprietà della Provincia di Cagliari, siringhe e il via vai incessante dei tossicodipendenti: i segni del degrado e dell'incuria sono abbastanza evidenti. A poche centinaia di metri lineari, il centro commerciale "Conad" e dinnanzi all'edificio pericolante, l'opera delle ruspe che spianano il terreno per la realizzazione di una nuova lottizzazione edificabile;
LA STORIA. La villa abbandonata, il cui primo nucleo risale al 1400, è stata utilizzata: nata come edificio padronale, si è poi trasformata in maniero, fattoria, mattatoio e infine ufficio postale agli inizi del '900.
LA DENUNCIA. E' rimasto inascoltato da tempo, l'appello lanciato dall'associazione Amici di Sardegna, presieduta da Roberto Copparoni: durante un sopraluogo all'interno della struttura, ormai fatiscente e semi diroccata, è regno di barboni e senzatetto: i volontari avevano rinvenuto alcuni elementi di una finestra posta al primo piano che dovrebbe appartenere al periodo aragonese, mentre al piano terra si possono scorgere a occhio nudo archi che poi sono stati cementati e pietre di tufo incise, tipico delle costruzioni isolane tardo medioevali. «La struttura è da salvare senza alcun dubbio anche perché potrebbe essere una pertinenza della mai ritrovata chiesa Santa Maria di Claro», evidenzia Copparoni, in quanto resta uno dei rarissimi esempi di architettura antica presenti a Cagliari, al di fuori delle mura di Castello.