SPETTACOLI E VELENI. L'opposizione: «Speso un milione e mezzo». Il sindaco: «Gli spreconi siete voi»
Di mattina l'attacco del gruppo consiliare del Pdl, che convoca i giornalisti all'Arena grandi eventi per ribattezzarla “grandi sprechi” (copyright Giuseppe Farris) o, in alternativa, “grandi venti” (Aurelio Lai, di “Ancòra per Cagliari”, solidale con l'iniziativa). Di pomeriggio, l'associazione Jazz in Sardegna annuncia l'annullamento di tre dei concerti che avrebbe voluto allestire al Parco e il trasferimento degli altri tre «a seguito dell'improvviso e ingiustificato diniego opposto dal Comune di Cagliari all'utilizzo del Parco della musica» e annunciando azioni legali contro l'amministrazione. Si arroventa la polemica sugli spazi pubblici per gli spettacoli: sotto attacco c'è la Giunta guidata, e il sindaco Massimo Zedda reagisce duramente agli attacchi.
SPRECHI E VENTO I consiglieri d'opposizione consegnano alla stampa un faldone di una cinquantina di pagine: contiene una delibera del 2006, nella quale la Giunta Floris approvava un progetto di assetto urbanistico del lungomare Sant'Elia, incluso uno spazio per concerti accanto a una collina («in posizione riparata dai venti, a differenza dell'attuale», sottolinea Farris) e 15 determinazioni di spesa varate negli ultimi tre anni per allestire e smontare l'arena, vigilarla, garantirne sicurezza e manutenzione, noleggiare le tribune metalliche, curare le aree verdi. «Si è superato il milione di euro, ci si avvicina al milione e mezzo», dichiara Maurizio Porcelli: «Tutto per una struttura voluta nonostante il parere contrario degli operatori dello spettacolo e per una cinquantina di eventi, gran parte dei quali piccoli concerti rock e saggi di danza». Anselmo Piras sollecita l'intervento di Soprintendenza e Corte dei conti: «Fosse stata la Giunta Floris a mettere tutto questo cemento a due passi dal mare e spendere tutti questi soldi, sarebbe scattata l'inchiesta».
ANFITEATRO Grande rimpianto per l'Anfiteatro, ora «chiuso e nel degrado»: «Aveva una ricaduta economica di 5 milioni a stagione», calcola Stefano Schirru, mentre Porcelli sottolinea che Mango ha ritratto il monumento sulla copertina del suo nuovo disco e Claudio Baglioni ne ha parlato come del «posto più bello in cui suonare in Italia dopo Taormina». Ma anche lo spazio Fiera, aggiunge Porcelli, sarebbe stato meglio dell'Arena, «difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici».
IL SINDACO «Ci vuol coraggio a dare a noi degli spreconi», replica Massimo Zedda: Lo dicono loro che spendevano ogni anno due milioni di euro per affittare uffici avendo il Comune uffici di proprietà vuoti; loro che spendevano oltre un milione di euro l'anno per la festa di Sant'Efisio: oggi ne spendiamo poco più di 300 mila e il Santo passa lo stesso». Per non parlare «del milione speso per il Capodanno con Luisa Corna: noi spendiamo 100 mila euro» o dei finanziamenti al «compleanno di Barbie». L'Anfiteatro? «Fanno finta di non vedere i buchi lasciati nelle pietre: noi vogliamo recuperare completamente il monumento, renderlo fruibile come tale e al tempo stesso farci spettacoli». L'Arena? Per gli uffici, allestirla e smontarla costa 180 mila euro l'anno. La tariffa, per chi organizza, è 1.700 euro al giorno: «A quel prezzo non blocchi neppure una discoteca per il compleanno. In più ti gestisci i bar. Possono utilizzarla tutti, anche per saggi di danza e concertini. I pochi grandi eventi? Non dipende da noi ma dagli organizzatori, e lo spettacolo è il settore più colpito dalla crisi. È esposta al vento? Come molo Ichnusa, spazio Fiera e Anfiteatro. Ed è raggiungibile: per ogni concerto il Ctm ha organizzato un servizio di navette-bus e a due passi ci sono i 4.500 posteggi dello stadio».
DATE ANNULLATE L'altro fronte riguarda il Parco della musica: Jazz in Sardegna ha annullato tre spettacoli (Cristiano de Andrè, un concerto di beneficienza e uno di Enzo Favata coi Tenores di Bitti) e ne sposta altri tre (Maria Gadù, 1 luglio al teatro Massimo, i Volca'n di Gonzalo Rubalcaba al Lirico il 18 e Sean Kuti & the Egypt 80 a Villasimius o Capoterra). «L'organizzatore - sottolinea Zedda - ci ha contattato solo il 9 giugno, cioè due mesi dopo l'avvio di prevendita e promozione, chiedendoci la disponibilità del parco per sei date nell'arco di un mese e mezzo: un mese e mezzo col palco montato. L'anno scorso concedemmo il Parco per il Jazz expò perché si svolgeva in sole tre giornate. Poi c'è la questione dell'impatto acustico: il Comune è sommerso da esposti, anche preventivi. I dirigenti avrebbero corso rischi penali». Il dirigente del Verde pubblico, lo stesso che ha negato il Parco della musica a Jazz in Sardegna, nei giorni scorsi è stato rinviato a giudizio proprio per una faccenda di volumi eccessivi a Monte Urpinu.
Marco Noce