Non ha tardato ad arrivare la reazione degli esercenti di Marina e Stampace, in seguito al divieto del prefetto di Cagliari.
di Anna Puxeddu
Non ha tardato ad arrivare la reazione degli esercenti di Marina e Stampace, in seguito al divieto del prefetto di Cagliari. Quello che si evince non è però la contrarietà allo stesso, ma bensì la sua efficacia ridotta e la sua poca chiarezza. "Ho parlato personalmente con tre agenti diversi" afferma Stefano Floris del Beer Garden di via Angioy " ognuno di loro mi ha dato un'interpretazione differente del divieto: il primo "puoi fare tutto" , il secondo "devi dare la plastica" , il terzo "alle 22 stop!" , non ti danno neanche la possibilità di metterti serenamente a norma". Ciò che il provvedimento del prefetto dovrebbe risolvere sono i disagi creati dagli ubriachi che si aggirano per il centro storico: urinare in strada, atti di vandalismo e di delinquenza, spacciatori che "lavorano" indisturbati. E' veramente possibile che tutto questo sia risolto dal divieto di asporto delle bevande alcoliche in bicchieri di vetro?! Anche solo la presenza di un servizio di vigilanza, non basterebbe come deterrente? E per altro, non sarebbe più che legittimo? È vero che esistono tante persone maleducate e incivili, perché è concettualmente inconcepibile che si vada a urinare sulle porte delle case. ma vi risulta l'esistenza di servizi igienici pubblici? Non che questa sia neanche lontanamente una giustificazione al poco decoro di certi elementi, ma forse è un problema che dobbiamo porci, perché non può e non deve essere risolto dagli esercenti. "Chi opera e lavora nel quartiere sa bene in quale contesto si è andato ad inserire e lavora per garantire servizi e pulizia ogni giorno. E' per questo che la notte prende in mano la scopa e ramazza la strada o la piazza antistante il proprio locale. Non perchè gli sia stato imposto, ma perchè e giusto. E' civile." A parlare è Marcello Giannoni, titolare di Sphera Locura in piazzetta Savoia, che con questa dichiarazione dimostra l'impegno nei confronti di un quartiere che si vuole preservare e far crescere.
Dello stesso avviso Eugenio Mereu del Vespaio in via Baylle: " siamo sempre stati disposti ad un confronto costruttivo che possa soddisfare le nostre esigenze e quelle degli abitanti, tuttavia il dialogo con noi è stato cercato solo attraverso il tribunale. La nostra proposta è quella di creare un comitato misto che possa discutere serenamente dei bisogni di tutti, portando finalmente la vertenza a una soluzione definitiva." Nessun dialogo dunque, ma solo divieti e tassazione. "L'Assessorato cultura e spettacolo non concede autorizzazioni previa presentazione di certificazione fonometrica ambientale (1000 euro) e in questo modo taglia le gambe a tutti quegli esercenti che vorrebbero proporre un diversivo alla discoteca o al calcio." Matteo Piras ha avviato un'attività da pochi mesi in via Porcile (il Mappex) e come tutti i suoi predecessori sta incontrando solo difficoltà per offrire un servizio che dovrebbe essere anche turistico. Non si può andare avanti così.
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