Una lettera al sindaco Zedda del segretario scomunica il capogruppo Udc
«Il partito non è suo, non può cacciarmi dall'Udc». Gianni Chessa, capo del gruppo consiliare dell'Unione di centro (che compone con Renato Serra), non le manda a dire. Ce l'ha con il segretario regionale Giorgio Oppi che, il 17 giugno, ha scritto al sindaco Zedda (e per competenza al consigliere Renato Serra), annunciando che «il partito dell'Udc non è rappresentato in Consiglio comunale dal consigliere Gianni Chessa». L'origine della decisione? «Alcune dichiarazioni personali di Chessa che, già da tempo, rilascia a nome del partito senza essersi mai confrontato con esso». Inoltre, scrive Oppi, «come da Chessa dichiarato, nel sostenere altre forze politiche si è posto automaticamente fuori dall'Udc».
Renato Serra, preso atto della comunicazione («mi dispiace sul piano personale»), ha spiegato ieri in Aula che «dal momento che Chessa non rappresenta l'Udc e ed è fuori dal partito, non può essere più capogruppo e conferire con il sindaco. Al tempo stesso io, poiché i gruppi consiliari possono esser formati da almeno due persone, continuerò a rappresentare l'Udc nel Gruppo misto». Risultato: dal Consiglio sparisce l'Udc? Per Chessa non è così. Ammette di lavorare per il gruppo sardista alla Regione («decisione presa dopo aver aiutato un amico nelle ultime elezioni regionali, ma anche dopo che il partito, cioè Oppi, non ha fatto un passo indietro per consentirmi di candidarmi») ma rifiuta l'idea di dover lasciare l'Udc. «Sono stato eletto da tanti cittadini e non sarà Oppi a cacciarmi. Con quale autorita? Perché ho dato una mano a un amico sardista alle ultime elezioni? Oppi prende questo fatto a pretesto per ripagarmi delle richieste che faccio da tempo: il partito si dia una nuova classe dirigente. Questo non significa pensionare gli anziani ma consentire ai giovani di entrare nel partito». (p. p.)