Si cerca l'alternativa dopo il no del Comune al Parco della musica
Palmas: spazio inadeguato, un insulto per il jazz
Alla finestra, sperando che il Comune faccia marcia indietro in zona Cesarini e Maria Gadù, sorprendente voce brasiliana scoperta da Gaetano Veloso, possa davvero - come annunciano i manifesti affissi in città e i biglietti in prevendita da aprile - cantare e accarezzare le corde della sua chitarra nel Parco della Musica.
L'ATTESA Alla finestra, con l'ansia di non riuscire a rispettare i patti con gli artisti e la città ma anche decisi a tutto pur di non trasferire i loro spettacoli all'arena Sant'Elia, quell'impianto “grandi eventi” voluto dall'amministrazione Zedda per sopperire alla carenza di spazi per concerti, che però gli organizzatori del Festival Jazz in Sardegna non sembrano per nulla gradire. «Ecco, Cagliari capitale europea della cultura propone sedie e lamiere per artisti di fama internazionale. E senza una motivazione plausibile per giustificare il no alla concessione del Parco della Musica. Con Gadù e Gonzalo Rubalcaba ci accingiamo a fare una sonora figuraccia».
I DUBBI Massimo Palmas non governa la rabbia e vorrebbe, se potesse, annullare la rassegna. Sa, però, che una scelta così radicale costerebbe cara, in termine di denaro contante e prestigio, alla sua organizzazione, a se stesso. A Cagliari. Ed è per questo che in queste ore cercherà una soluzione. Così ammette: «Stiamo cercando di capire, di trovare un'alternativa. Magari, per il primo spettacolo, si potrebbe optare per una struttura chiusa». Tutto, insomma, meno che l'odiata arena proposta dall'assessorato allo Spettacolo. Inadeguata per il jazz.
L'OPINIONE Un giudizio condiviso anche da un altro importante organizzatore di eventi, Robi Massa. «Ho perso le speranze, lo sto dicendo da anni che Cagliari ha necessità di spazi intermedi. Non è bello per un musicista suonare davanti a tante sedie vuote, il jazz chiede ben altro che l'Arena. Non è una questione di arena sì arena no, io stesso porterò Caparezza e a Sant'Elia ho portato Elio, i Litfiba. Ma ho anche rinunciato a diversi concerti, più vicini al mondo del jazz, perché ho ritenuto inadeguato questo spazio. Cagliari va scoperta, vanno individuati altri punti per ospitare rassegne, concerti, appuntamenti culturali. Amministratori e organizzatori devono farlo insieme, ognuno con le proprie competenze. Gli spazi si inventano. O si ripropongono. Parlo dei giardini pubblici, parlo anche della cava di Monte Urpinu. Ripeto, ho perso le speranze e così parte della mia attività ora la svolgo a Firenze, in Toscana. Ma Cagliari merita davvero di più».
IN AULA Intanto il caso-arena con la mancata concessione è finito in Consiglio comunale con un'interrogazione al sindaco Massimo Zedda e all'assessore alla Cultura Enrica Puggioni firmata dai consiglieri di maggioranza Giovanni Dore e Nando Secchi. «La proposta di trasferimento all'arena Sant'Elia risulta non consona per la tipologia di spettacolo e l'entità ridotta del pubblico atteso, circa mille persone. L'anno scorso la location ha ospitato il medesimo festival e non risulta ci siano stati problemi di inquinamento acustico», scrivono Dore e Sechi in riferimento alle motivazioni adottate dal Comune per giustificare il no alla concessione. «Al parco della musica non si danno autorizzazioni per concerto di quel tipo, è troppo l'impatto acustico», è stata la replica stringata e categorica del Comune.
PROPOSTE «Sto ricevendo la solidarietà di tanti colleghi, diversi sindaci come quello di Capoterra, Villasimius, Soleminis, Quartu mi hanno offerto i loro spazi. Ma questo è il festival di Cagliari, a Cagliari deve restare», conclude Massimo Palmas.
Andrea Piras