«Non esiste in Italia un altro caso simile a quello del Teatro lirico cagliaritano». Nicola Danti, neoeurodeputato e componente del dipartimento Cultura del Partito democratico, interviene sulle polemiche che hanno fatto da corollario alla firma messa dal sindaco Massimo Zedda, presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro lirico, al contratto di direttore artistico del maestro Mauro Meli, già sovrintendente del Teatro di via Sant'Alenixedda. «Ricevere 180 mila euro per pochi mesi di lavoro mi sembra un fatto di inaudita immodestia», sostiene l'eurodeputato del Pd. «Il sovrintendente, votato dalla componente di maggioranza di centrodestra del Cda, scadrà l'8 novembre: percepirà quindi 180 mila euro per circa sei mesi di attività. Ricoprendo tra l'altro due ruoli, fatto che costituisce un'altra componente anomala del suo rapporto con il Teatro». Il sindaco Massimo Zedda ha firmato il contratto la settimana scorsa. Il documento concede al maestro Meli emolumenti per 180 mila euro: 120 mila come sovrintendente, 60 mila come direttore artistico. Quest'ultimo incarico era stata la causa della rottura tra Zedda, il consigliere Mario Marchetti e Susanna Pasticci da una parte, i quali volevano riconoscere a Meli 120 mila euro per entrambe le cariche, e Gualtiero Cualbu, Giorgio Baggiani, Maurizio Porcelli e Giovanni Follesa dall'altra, che avevano deliberato di retribuire le due funzioni aggiungendo 60 mila euro.