Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Rari Nantes, 100 di questi giorni

Fonte: L'Unione Sarda
19 gennaio 2009


Quel 20 gennaio del 1909 su uno scoglio della Darsena...

...rari nantes in gurgite vasto...
(unici naufraghi nell'immenso mare)
Virgilio, Eneide I, 118
Si narra del naufragio di Enea
e dei suoi compagni: metaforicamente, coloro che in cattive acque
sono coraggiosamente riusciti a salvarsi
Cent'anni, martedì. La Rari Nantes Cagliari era stata fondata il 20 gennaio del 1909. Su uno scoglio della Darsena, e non è una leggenda, nei lunghi giorni in cui in tutto il mondo stava gettando le solidissime basi dello sport moderno: Pierre Fredi, barone de Coubertin, aveva già dissotterrato l'Olimpiade dell'Antica Grecia, esisteva già anche la Gazzetta dello Sport , Cagliari aveva già messo al mondo altri illustri figli come i canottieri dell'Ichnusa e i ginnasti dell'Amsicora (quando il 1800 stava per finire) e quindi l'Arborea, cuginetta dell'Amsicora, nata proprio all'alba del 1900. Un'epoca irripetibile: la rivoluzione industriale stava cambiando il mondo, la società era diversa, il popolo stava scoprendo il tempo libero e, con esso, lo sport (che allora era proprio sinonimo di tempo libero). La Rari Nantes (anzi i rari nantes - come venivano chiamati allora) aveva celebrato il matrimonio tra Cagliari e le sue acque che cent'anni fa dovevano essere molto più pulite: l'obiettivo dei fondatori (si conoscono i nomi: Mario Carlomagno, Attilio Pagliarello, Raimondo Usai, Umberto Sanguinetti, Enrico Congiu e Guglielmo Schlich) era proprio quello di avvicinare la comunità al mare, rendendolo anche più sicuro e, operazione che la nostra città non ha mai smesso di fare, di rendere Cagliari grazie soprattutto alle sue acque, una città turistica, anzi touristica come si diceva allora. Cent'anni dopo è quasi tutto uguale: l'unica differenza è che si nuota in piscina, tutto il resto alla Rari Nantes è uguale. Soprattutto nello spirito: esiste un rarinantes pride , l'orgoglio di appartenere (anche se solo per una breve stagione) a questo circolo che ha messo solide radici a Su Siccu dove, alla faccia del secolo che il sodalizio ha iniziato a festeggiare già da qualche tempo, si respira un'aria da villaggio vacanze. Freschezza, ecco: la Rari Nantes è arrivata a soffiare su cento candeline (sarebbe bello che venisse fatto realmente) con uno dei consigli direttivi più giovani della sua storia. Il presidente che ha l'onore di passare alla storia come quello del Centenario è Marco Isola, poco più di quarant'anni, e il suo vice - Raimondo Pinna - ne ha una cinquantina. Cristian Stevelli, il presidente che ha gestito un delicato rilancio prima dell'arrivo di Isola, è del 1970: non ha quarant'anni, e infatti - da presidente - è stato anche giocatore del Settebello di pallanuoto allenato da Gianfranco Curreli. Del nuovo consiglio fa parte anche una donna, una ragazza: Roberta Sedda, abbondantemente sotto i quarant'anni. Proprio Isola ha saputo sintetizzare molto bene lo spirito di appartenenza al club: «È stata la società dei nostri padri, sarà la società dei nostri figli». Il nonno di tutti i presidenti era stato Enrico Nonnoi, avvocato: era stato lui a codificare il primo statuto. Il primo rarinantino doc era stato invece il grande Ugo Maxia, al quale - non a caso - è stata intitolata la piscina del lungomare Colombo, la prima di cinquanta metri in Sardegna. Bastava poco, all'alba del secolo scorso, per essere Rari Nantes: bastava solo un pizzico di coraggio e una buona dose di goliardia. Perché esisteva il cimento invernale (un tuffo nelle gelide acque del porto per salutare l'anno nuovo) e le gare di nuoto partivano dalla Darsena e, a differenza di oggi che si va ad ampie bracciate verso il Poetto, si chiudevano al Giorgino. Impossibile, oggi, parlare di tutto e di tutti: in un secolo (in realtà un po' di più perché dei rari nantes si parlava fin dal 1906) migliaia di cagliaritani, decine di migliaia di cagliaritani, si sono spogliati per la Rari Nantes indossando un costume e una calottina, il loro cappotto è stato un accappatoio. Una data da ricordare è il 1923, quando venne allestita la prima piscina, nelle acque della Darsena. Oppure il 1937 quando - secondo le precise ricostruzioni fatte dal giornalista storico Angelo Carrus - nacque la sezione pallanuoto. O ancora, il compleanno numero settanta, nel 1979, trent'anni fa, quando la Rari Nantes (che oggi ha un migliaio di soci) si regalò la piscina olimpica. E tanto tanto tanto altro ancora, impossibile citare tutto e tutti: la Rari Nantes è la padrona dello sport natatorio sardo da sempre, perché ha saputo adeguarsi ai tempi e alle mode, non è rimasta aggrappata al proprio passato in maniera retorica o fine a se stessa. La Rari Nantes ha saputo nutrirsi della propria storia, che è anche la storia di una comunità: la meglio gioventù di una città che ha esibito i propri pettorali. Ma con ironia e goliardia: talmente cagliaritana, nella sua indole, da far sentire rarinantini anche coloro che non lo sono mai stati. E che oggi, tutti in coro, cantano: tanti auguri. Cagliari non sarebbe stata la stessa se quel 20 gennaio del 1909, su uno scoglio della Darsena, un gruppo di ragazzi non avesse avuto quella idea. Meravigliosa: perché nascere in acqua è già un modo di essere originali, unici, irripetibili. Ovvero, in una sola parola, che è anche una filosofia di vita: rarinantini. Da cent'anni, auguri.
NANDO MURA

18/01/2009