“Al suo posto un parco”. È l’idea di Gianandrea Barreca, architetto progettista anche di stadi (da Reggio Calabria a Milano passando per Genova), a margine di un incontro con gli studenti cagliaritani dell'Istituto europeo di design
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Il futuro del Sant'Elia? Costruzione del nuovo stadio accanto a quello attuale. Così nel frattempo si può continuare a giocare in attesa dell'impianto di calcio del futuro. Poi, inesorabilmente, addio al vecchio stadio post scudetto con la demolizione: al suo posto un parco. È il suggerimento lanciato da Gianandrea Barreca, architetto progettista anche di stadi (da Reggio Calabria a Milano passando per Genova), a margine di un incontro con gli studenti cagliaritani dell'Istituto europeo di design. "Il progetto dovrebbe tenere conto - ha spiegato - di tutto quello che c'è intorno. Dal polo sportivo a quello fieristico, passando per il recupero del Padiglione Nervi. Il Sant'Elia? Meglio metterlo in sicurezza provvisoriamente e poi demolirlo: il parco che sorgerebbe al suo posto potrebbe valorizzare tutto il contesto urbano a cominciare dal quartiere di Sant'Elia.
Scegliere un altro posto per lo stadio, magari lontano dalla città, significherebbe anche mettersi il problema di come occupare lo spazio dove oggi c'è lo stadio". Barreca si è soffermato sui progetti, non realizzati, sui nuovi San Siro e Marassi, elaborati tra il 2004 e il 2008. "Gli stadi del passato - ha spiegato - nascono di solito in periferia e vengono concepiti solo per la partita della domenica. Allora, quando sono stati realizzati, non era prevista la possibilità di utilizzo per altre ore o in altri giorni della settimana. Il principio sempre valido è che, intervenendo, bisogna pensare a strutture in grado di convivere con il contesto. Trovando delle funzioni complementari utili per tutta la città che nel frattempo è cresciuta intorno allo stesso stadio".