Via Bainsizza, Regione proprietaria delle ex case dei dipendenti Telecom
Inutilizzati tredici appartamenti sul colle di Tuvixeddu
Due palazzine nel punto più panoramico e affascinante della città. Abbandonate. Tredici appartamenti, con garage, di proprietà della Regione in balia del tempo. Oltre mille metri quadrati che potrebbero essere utilizzati per scopi istituzionali, venduti o dati in affitto. Invece no, un mistero. Così come è misteriosa la ragione per la quale la delibera 3/33 del 2014 non è cliccabile sul sito della Regione. L'area di via Bainsizza ha una storia complicata. Prima della Marina, poi di Poste e Telecomunicazioni, i terreni finiscono nel patrimonio regionale dopo una battaglia giudiziaria con successivo accordo con la Telecom.
LA STORIA Il 16 settembre 1939 l'area di 17555 metri quadrati sul colle di Tuvixeddu, visto il punto strategico dal quale si domina il porto, è acquisita dalla Marina Militare. Il 2 luglio 1957 circa mille metri quadrati vengono dati in concessione alle Poste e Telecomunicazioni (Asst) che in quei terreni sistema un ponte radio. L'espansione non si ferma, perché su altri 3 mila metri quadri confinanti (che non fanno parte della concessione) l'Asst decide di costruire due palazzine destinate agli alloggi dei dipendenti e un capannone all'interno del quale realizza gli impianti per trasmissioni via cavo e un ponte radio. Non essendo più di interesse strategico per la Difesa, il 20 febbraio 1966, la Marina Militare consente il passaggio dell'area patrimonio dello Stato. E qui entra in ballo la Regione che, grazie all'articolo 14 dello Statuto, aspira a diventare proprietaria a tutti gli effetti di quel terreno e di tutto quello che c'è realizzato sopra. Due anni dopo, il 20 febbraio 1968, il ministero delle Finanze ratifica il provvedimento in favore dell'amministrazione regionale. Impossessarsi dei terreni, però, non è affatto semplice, anche perché l'Azienda di Stato per i servizi telefonici inizia una metamorfosi. Prima Iritel (1992), la società, insieme ad altre, viene successivamente inglobata dalla Sip, che a sua volta cambia denominazione in Stet. Nel 2001 il nuovo nome è Telecom che nel 2003 si fonde con l'Olivetti. Nel 2008 la Regione chiede la restituzione di terreno e immobili.
Inizia una dura battaglia giudiziaria che si conclude con una transazione: alla Regione vanno le palazzine realizzate nell'area, alla Telecom viene concesso il terreno sul quale sorgono gli stabili della torre radio con il traliccio, la centrale telefonica con gli uffici annessi e la stazione radio per la telefonia mobile. Da alcuni anni, dopo che i dipendenti Telecom le hanno lasciate, le palazzine sono abbandonate.
LA REGIONE L'assessorato agli Enti locali ha il compito di gestire l'immenso patrimonio regionale. Stiamo aspettando il trasferimento formale: manca ancora la firma dell'atto di proprietà nel documento notarile, fanno sapere dalla sede di viale Trieste. Eppure, nell'atto di transazione, allegato alla delibera misteriosa, il rogito notarile doveva essere stipulato «il 12/04/2014 presso il notaio scelto dalla Regione autonoma della Sardegna». Che fine faranno le palazzine? Essendo appartamenti, per essere trasformati in uffici, hanno bisogno di interventi burocratici e strutturali costosi e complicati. La strada più logica - affermano dall'assessorato agli Enti locali - è la vendita. Quanto valgono quei 13 appartamenti? Circa 1,2 milioni di euro, ma è solo una valutazione fiscale, valida per i bilanci. Per ottenere quella commerciale bisogna moltiplicare almeno per 5.
Andrea Artizzu