Mentre i sindaci delle città metropolitane chiedono più poteri e più risorse al governo: «Bene la fine del bicameralismo, ma il Senato non dovrà essere fatto da eletti»
La riunione dei sindaci delle città metropolitane
.CAGLIARI. Tempi maturi per la riforma dei poteri locali. L’addio al bicameralismo è davvero vicino con la riforma del Senato che arriverà in aula nei primi giorni di luglio e anche in Sardegna è pronto il disegno che legge che riscrive il ruolo dei Comuni e delle Province. Di questo (e dell’istituzione dell’Area metropolitana di Cagliari), hanno discusso ieri i sindaci di Torino, Napoli, Bologna, Catania, Genova, Firenze e Cagliari in un vertice che si è concluso con un appello al governo «affinché assicuri le risorse finanziarie e le competenze per garantire il miglior decollo delle città metropolitane previsto per l’inizio del prossimo anno». I sindaci rivendicano un ruolo nel Senato e poteri adeguati per le città metropolitane.
Regione.«Non vogliamo una Sardegna con la sindrome di Eta Beta», ha spiegato l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, «e cioè con la testa enorme e il resto del corpo rachitico. La giunta ha delineato un disegno di legge di riordino degli enti locali che tiene conto della realtà della Sardegna; la legge garantirà gli equilibri istituzionali opportuni, il giusto dimensionamento e le risorse adeguate». Si parla quindi di unioni di comuni.
Aree metropolitane. All’incontro di ieri, nel municipio di Cagliari, assieme a Massimo Zedda, c’erano i sindaci delle città metropolitane: Piero Fassino (Torino, presidente dell’Anci), Luigi De Magistris (Napoli), Vincenzo Merola (Bologna), Enzo Bianco (Catania), Marco Doria (Genova) e Dario Nardella (Firenze); quest’ultimo è stato eletto coordinatore dei sindaci delle città metropolitane. «La realtà delle città metropolitane», spiega Fassino è un dato di fatto ma dobbiamo avere più strumenti e quindi opportunità di sviluppo». Area metropolitana significa avere più coordinamento del territorio minori costi e finanziamenti aggiuntivi per i servizi da gestire. (L’Ue, in particolare, destina un’alta percentuale di risorse).
Statuto. In realtà le aree metropolitane sono state introdotte con una legge statale ma in Sardegna deve essere la Regione a legiferare. Mentre negli altri casi è bastato recepire la legge Delrio che prevede un periodo di transizione dal primo luglio al prossimo primo gennaio e il decollo definitivo nel 2015, la Sardegna (come in Sicilia)deve varare una propria legge. E l’Area metropolitana di Cagliari è stata inserita nel disegno di legge di riordino di tutti gli enti locali.
Province.Il riassetto dei poteri locali passa dalla cancellazione definitiva delle Province il cui iter è stato avviato ma non si è mai concluso. Cristiano Erriu spiega: «In questi anni sono state fatte molte proposte di legge ma nessuna è andata avanti perché la materia è complessa. Ora il testo c’è e ci stiamo lavorando». Francesco Agus, presidente della commissione Autonomia da cui dovrà passare il disegno di legge della riforma, assicura: «Non è materia facile ma abbiamo una certezza: quello che poteva andare bene dieci anni fa, è superato e quindi dobbiamo ridisegnare l’assetto istituzionale».
Senato. Due le strade per la composizione del nuovo senato: le Regioni eleggono un rappresentante dei sindaci oppure sono i primi cittadini dei capoluoghi a diventare senatori. «È la rappresentanza di un livello per contribuire alle scelte dello Stato», spiega Massimo Zedda, «immaginiamo che al posto del sindaco di Roma la Regione Lazio dovesse essere rappresentata dal sindaco di un piccolo comune. Per quanto bravo, i pesi non possono che essere diversi».