S orprende sempre quanto la musica, di qualsiasi genere, sia capace di emozionare. Di scuotere, coinvolgere, rallegrare, rattristare, travolgere. Di parlare la lingua del cuore, insomma. D'altronde, è “un amore così grande” a far perseverare il maestro Lucio Tunis, negli anni, nonostante il momento di grande difficoltà, nell'organizzazione di appuntamenti tanto attesi come il concerto di Manuela Villa dell'altra sera.
Appuntamenti, con cadenza annuale, rivolti alla terza età e ai diversamente abili. Appuntamenti importanti. Appuntamenti felici.
Sull'onda della nostalgia vintage sono stati coinvolti per le edizioni precedenti Orietta Berti, Al Bano, I Cugini di campagna, I New Trolls e altri. «Per questa edizione siamo stati, nostro malgrado, costretti a chiedere il pagamento di 8 euro di ingresso. A motivo dei rilevanti tagli alla cultura è stato davvero inevitabile». Questo quanto sottolinea con rammarico Tunis, abituato ad offrire la possibilità a tutti di assistere ai suoi eventi a titolo gratuito. «Credo profondamente nel valore sociale della musica», aggiunge.
Un Auditorium del Conservatorio di Cagliari tutto esaurito ha accolto Manuela Villa per una delle tappe del suo Live Tour 2014. A precederla, una carrellata di interpreti nelle vesti di Elvis Presley, Jack Sparrow de I Pirati dei Caraibi, Renato Zero, più un omaggio alla musica della tradizione con la cantautrice Maria Luisa Congiu, accompagnata da launeddas e organetto.
Sale quindi sul palco Manuela Villa: stupiscono la sua facilità comunicativa, la grinta e l'energia, la forza e la passione. Un'immediatezza che suscita consensi ed entusiasmo. Esordisce con un ricordo di Cagliari: la sua partecipazione nel 1988 a una serata a scopo benefico insieme a grandi artisti.
Una performance all'insegna della continua interazione con il pubblico, dell'interpretazione di alcuni noti brani del padre Claudio Villa e della tradizione della canzone italiana. Una successione di “Voglio vivere così”, “La voce del silenzio”, “Binario” e, ancora, “Granada”, “Tu si 'na cosa grande”, “Tu che m'hai preso il cuor”, “Roma nun fa la stupida stasera” e, per concludere, l'attesissima chiusa dell'intramontabile “Un amore così grande”.
Un malinconico desiderio di tornare a semplicità, gentilezza e buoni sentimenti è ciò che si percepisce nella grande partecipazione di chi ha deciso di non mancare a questo nuovo concerto di Lucio Tunis. La nostalgia di temi appartenuti a tempi ormai lontani ma capaci, ancora e sempre, di muovere le corde dell'anima.
Luisa Sclocchis