Rassegna Stampa

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Parco-parcheggio sotto le mura, nuovo dossier di Italia Nostra: “Inutile e superato”

Fonte: web cagliaripad.it
11 giugno 2014

 

L’associazione ecologista ha chiesto al Comune l'annullamento delle delibere di approvazione del progetto del posteggio interrato sotto le mura di Castello. E si è rivolta anche alla Regione e Ministero

Maria Paola Morittu


 

 

Italia Nostra ha chiesto al Comune di Cagliari l’annullamento delle delibere di approvazione del progetto del parcheggio interrato sotto le mura di Castello e agli organi regionali e ministeriali competenti la verifica della sussistenza di tutti i presupposti di legge necessari per la realizzazione delle opere.

Con un documento di 55 pagine sono state depositate ulteriori osservazioni contro il progetto del parcheggio, a  conferma e integrazione di quelle già inviate - rimaste senza riposta - al Comune di Cagliari, alle Soprintendenze e alla Direzione regionale.

Il progetto che si vorrebbe realizzare risale agli anni ‘90 e salvo l’abolizione delle scale mobili e dei apis roulants, a differenza di quanto sostiene l’Amministrazione comunale, è rimasto sostanzialmente identico a quello originario. Stessi progettisti, stessa ubicazione, stesse dimensioni, stessa capienza, stesse finalità.

E stesse perplessità da sempre manifestate dalla nostra Associazione, da migliaia di cittadini e dalla Regione  Sardegna, le cui prescrizioni sono rimaste prive di effetto. Gli unici ad avere superato i gravi dubbi espressi in passato, quando si trovavano all’opposizione, sono il sindaco, il presidente del Consiglio comunale e il presidente  della Commissione urbanistica.

Se il progetto fosse differente, del resto, non potrebbe certo usufruire dei finanziamenti stanziati più di dieci anni fa per il vecchio intervento.

Così oggi, nonostante gli anni trascorsi e i cambiamenti sopravvenuti, uno dei luoghi più significativi della nostra  città dovrebbe essere distrutto da un’opera inutile e superata, illegittima sotto l’aspetto paesaggistico e idrogeologico, incompatibile con il valore archeologico dell’area, altamente inquinante e profondamente contraria ai moderni princìpi trasportistici. Per non parlare delle infinite contraddizioni che caratterizzano l’intero intervento, a iniziare proprio dalle finalità.

Nella Relazione specialistica dei trasporti, infatti, si sottolinea che “la domanda di parcheggio è nettamente superiore all’offerta, soprattutto per quanto riguarda la sosta dei residenti”. Eppure, nonostante questo, si eliminano 467 stalli esistenti per lasciare solo i 330 posti auto del nuovo parcheggio in struttura, riservandone agli abitanti meno della metà, certi che così si riuscirà a “liberare il Castello e Stampace alta dalle auto” e si fornirà “sollievo alla richiesta di sosta dei residenti”.

La determinazione del Comune non conosce ostacoli. Il Piano paesaggistico impedisce la realizzazione del parcheggio? Il problema è risolto da un articolo del Piano casa e nulla importa che il giudice amministrativo e la stessa amministrazione comunale l’abbiano dichiarato più volte inapplicabile.

Persino il Piano di assetto idrogeologico diventa un inutile intralcio burocratico. Sull’area, infatti, visto il rischio idrogeologico alto e medio alto, possono essere realizzati esclusivamente gli interventi “riferibili a servizi pubblici essenziali non altrimenti localizzabili o non delocalizzabili, a condizione che non esistano alternative tecnicamente ed economicamente sostenibili”. Non è certo il caso del parcheggio, eppure l’opera s’ha da fare. Anche se gli studi allegati avvertono che “in tutte le aree perimetrali, le superfici interessate dai f fenomeni franosi riguardano l’intero sviluppo delle pareti”, precisando che le frane “possono essere determinate sia dal susseguirsi di eventi meteorici ± estremi, da effetti di erosione al piede del versante, dalle stesse condizioni fisiche e strutturali dei materiali coinvolti nonché da azioni antropiche quali gli scavi, le vibrazioni indotte etc. etc.”.

Sono rimaste inascoltate pure le prescrizioni dell’Unità Tecnica Regionale: nessuna approvazione degli studi idrogeologici integrativi da parte dell’ente superiore, il Comune ha fatto tutto in casa, assumendo le vesti di controllore e controllato.

Rileviamo, infine, che nonostante le nostre precedenti osservazioni siano state inviate anche al Comune con posta certificata, nella delibera di approvazione dell’intervento si dichiara che “non sono pervenute osservazioni”. Si tratta di un vizio di legittimità insanabile che invalida l’intero atto.