Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Gli americani ? Mai visti

Fonte: L'Unione Sarda
10 giugno 2014


Adesso l'archistar Dan Meis prende le distanze da Silvestrone

 

«Ma mi piacerebbe costruire il S.Elia»

 


Nulla a che vedere con gli investirori americani. Archistar e rappresentante ufficiale del fondo americano: Luca Silvestrone era sbarcato a Cagliari sbandierando il nome di Dan Meis, il grimaldello per convincere gli scettici nell'affare stadio e Cagliari Calcio. Ma lui, Dan Meis, il re degli architetti sportivi, l'unico vero americano comparso in questa storia surreale, preferisce precisare: «Silvestrone mi disse di avere un gruppo di investitori americani alle sue spalle, ma non mi ha mai messo al corrente di altri dettagli specifici. Il mio interesse è sempre stato esclusivamente rivolto al progetto per lo stadio e alle opportunità che il sito rappresenta. Non è corretto dire che io sia parte del gruppo che dovrebbe investire».
Architetto e basta. Meis non vuole rinnegare chi lo ha contattato («in fondo è proprio grazie a lui che ho potuto conoscere Cagliari e i suoi tifosi»), ma rischia di essere bollato come il Marc Rossetti cagliaritano, ricordando quanto accaduto col collega, anch'egli americano, nella sempre più simile vicenda di Sulmona: «Non so se sono stato ingannato, magari gli investitori potrebbero esserci davvero. Ma tutto questo io non lo so. E sarebbe davvero una cosa triste se avesse ingannato tutti quanti».
Nella sua toccata e fuga cagliaritana di un mese fa, Meis era stato considerato alla stregua di un fuoriclasse. Reso famoso anche in Italia dal progetto affidatogli dalla Roma, per il nuovo stadio nella zona di Tor di Valle, l'archistar di Windsor, in Colorado, è però noto in tutto il mondo. Le sue “creature”, tra Stati Uniti, Inghilterra e Giappone, sono considerate vere e proprie opere d'arte. E anche il Qatar, che dovrebbe (condizionale d'obbligo, viste le recenti polemiche) ospitare i Mondiali del 2022, ha chiesto il suo intervento per un impianto da grido a Doha.
Ma Meis vorrebbe lasciare il suo segno anche in Sardegna: «I tifosi del Cagliari hanno sofferto troppo per la situazione dello stadio. Spero davvero di avere la possibilità di lavorare a questo progetto, che credo possa essere davvero unico nel suo genere. A prescindere da quel che accadrà». Come dire che, sfumato il sogno a stelle e strisce, se ci dovesse essere un progetto per il nuovo Sant'Elia, l'architetto del Colorado sarebbe ben lieto di poter dare il suo contributo. «Sono rimasto colpito dal sindaco Zedda, per la sua visione del futuro della città e del ruolo che il nuovo stadio può giocare». Meis che a Miami ha avuto la possibilità di conoscere anche Massimo Cellino, cui aveva ribadito il suo ruolo: «Io rappresento me stesso e il mio ruolo di architetto per lo sviluppo del progetto stadio». E basta. Un architetto che ama il suo lavoro e che vorrebbe portare avanti anche la sua idea cagliaritana: «Spero comunque di continuare a lavorare col sindaco Zedda e di incontrare chiunque acquisti il Cagliari. E spero di dare il mio aiuto per progettare uno stadio di livello mondiale a Cagliari. Non riesco a pensare a dei tifosi che possano meritarlo più di quelli rossoblù».
Alberto Masu