Capogruppo dell'Udc in Municipio e sostenitore del Psd'Az alle ultime Regionali
Chessa: meglio un pollo oggi che un fenicottero domani
L' acchiappavoti ha la stretta di mano energica e una geometria politica variabile. Gianni Chessa da Is Mirrionis è capogruppo dell'Udc in Consiglio comunale e grande elettore del sardista Christian Solinas in Regione: «Lo conosco da quand'è nato, cosa c'è di male?»
Cinquantatré anni, sposato, impiegato all'Asl 8 prossimo al distacco (professionale) nel gruppo sardista in Consiglio regionale, sogna il Poetto ombreggiato da una fila ininterrotta di alberghi con buona pace di Molentargius: «Vista la fame che c'è in giro preferisco che qualcuno abbia un pollo caldo in più e un fenicottero in meno». Amici e avversari gli riconoscono una indiscussa concretezza elettorale: «Alle Comunali ho avuto milletrecentosedici preferenze riconosciute dalla Corte d'Appello».
Il più votato?
«Giuseppe Farris sostiene di aver preso dieci voti in più. Non mi risulta, ma anche se fosse andrebbe benissimo».
La accusano di clientelismo.
«I voti sono il frutto di un impegno che dura da venticinque anni. Ho una sede dove incontro ogni sera amici ed elettori, finanzio una società sportiva, un circolo e il patronato che offre servizi gratuiti. Pago un affitto di 900 euro al mese. È una scelta di vita: investire i soldi guadagnati con la politica per la gente».
Quanto le costa questa macchina elettorale?
«Milletrecento euro al mese».
Con quanto campa?
«Lavoriamo mia moglie e io, millecento euro ciascuno più altrettanti che percepisco per l'attività consiliare».
L'identikit del suo elettore tipo?
«Ho un elettorato misto: dal poveraccio al benestante, dall'intellettuale alla persona che non ha studiato».
I vitalizi ai consiglieri regionali?
«Dopo quarant'anni anni in divisa mio padre ha preso una pensione misera: come si fa a pagare oltre duemila euro a chi ha fatto il consigliere regionale per cinque anni. È immorale».
Destra e sinistra: perché la gente vi detesta?
«I politici hanno perso credibilità. Va riconquistata, dimostrando che non siamo tutti uguali. Bisogna essere trasparenti, basta con i lussi. La crisi ha avviato un processo che non si fermerà».
Ha sostenuto il Psd'az alle ultime regionali?
«Sì».
Il suo partito come l'ha presa?
«E come doveva prenderla? Ho chiesto rinnovamento e non c'è stato. Ho sostenuto un amico riuscendo a salvare la dignità».
Il centrodestra ha fallito?
«Ci vuole un nuovo progetto che includa tutte le forze moderate».
Tradotto dal politichese significa?
«Qualche grande vecchio dovrebbe fare un passo indietro. Il fallimento del centrodestra è questo, non vanno via se non sono stati sulla poltrona almeno cinquant'anni».
Ce l'ha con Oppi?
«Il nostro partito è legato al carisma di Giorgio Oppi, però l'Udc è solo lui. Deve creare la nuova classe dirigente, deve farlo subito per garantire un futuro alla sua grande eredità».
Nel centrodestra scalda i muscoli Piergiorgio Massidda: sarà il candidato sindaco?
«È una possibilità. Sarebbe bello se riuscissimo a decidere un nome per tempo, non il mese prima».
I primi due anni di Zedda?
«Fondamentalmente è una persona onesta, ma le sue priorità non sono le mie. Ci sono più disoccupati, la città sarà più aperta culturalmente ma non c'è una prospettiva».
Cosa pensa di Cellino?
«Non mi è mai stato simpatico, arrogante e prepotente, mi indispone, però è un grande presidente della società di calcio. L'hanno bloccato per invidia».
La presunta vendita del Cagliari?
«I sardi saranno pure pocos locos y mal unidos ma non sono scemi. Comunque il presidente vorrebbe solo costruire lo stadio nuovo».
Senza pagare il diritto di superficie al Comune.
«Bisogna fare una gara con regole chiare, mettendo per iscritto che il Cagliari deve giocare lì».
Is Mirrionis è da abbattere e ricostruire?
«Una piccola parte: piazza Granatieri, un tratto di via Podgora, piazza Medaglia Miracolosa, le case parcheggio di via Is Mirrionis».
Ormai è il regno dello spaccio di droga.
«Tutto il mondo è paese. Gli spacciatori esistono dappertutto, sono uno dei problemi anche nel quartiere».
Sempre dell'idea di spostare i fenicotteri da Molentargius per costruire alberghi?
«Sempre. Il turismo è una potenzialità ancora inespressa. Se potessi sposterei la strada, costruirei i parcheggi sotto l'ippodromo che così com'è non serve a nulla. Immagino una grande linea di alberghi bassi davanti al Poetto, la spiaggia libera, uno stagno con percorsi naturalistici, un canale navigabile per le barche da diporto al posto della strada, tipo Venezia».
Non le sembra un po' kitsch?
«Tra contare i morti di fame e investire sullo sviluppo scelgo la seconda possibilità. Nel rispetto dell'ambiente, ovviamente».
ppaolini@unionesarda.it