Rassegna Stampa

Il Sardegna

Erosione e allagamenti al Poetto «Serve un ripascimento all'anno»

Fonte: Il Sardegna
15 gennaio 2009

Ambiente. Un acquazzone e la spiaggia è sommersa. Dall'intervento del 2002 “mangiati” 100 metri di arenile

Tutto previsto dall'indagine voluta dalla Regione. L'esperto: normale, senza nuova sabbia

Roberto Murgia cagliari@ilsardegnablu.it ¦

Il Poetto è malato. Ancora. E il problema non riguarda solo il discusso ripascimento del 2002, e neanche la consistenza della sabbia, o il suo colore scuro che fa storcere il naso ai puristi. In ballo c'è la sopravvivenza dell'arenile. Basta un acquazzone, come quello dell'altra notte, e distinguere tra Poetto e Molentargius può essere difficile. L'erosione è una realtà: dal 2002 il vento ha “mangiato” quasi cento metri di sabbia. Due anni fa la Regione se ne accorge e l'assessorato all'Ambiente paga un'equipe di esperti per una valutazione sull'intervento del 2002. Le indagini durano due anni. Se ne occupano nomi importanti: Enrico Corti del dipartimento di Architettura, Pierluigi Aminti dell'università di Firenze. Tra le soluzioni possibili, una in particolare: potenziare il manto del Poetto con sabbie terrestri, quelle delle cave di Serdiana, per esempio. Soluzioni rimaste sulla carta. La Regione finanzia uno studio per salvare il Poetto, e poi non lo mette in pratica. Il Comune nel frattempo strepita. «Che la Regione passi a noi le competenze sul Poetto», dirà nel 2007 l'assessore all'Urbanistica, Gianni Campus. Che oggi auspica «un tavolo dove si studino approfonditamente gli effetti del ripascimento e di tutto quello che è successo dopo». Intorno, al tavolo, Campus ci vorrebbe praticamente chiunque: i soliti esperti, «Comune, Provincia ». Persino lo Stato, e la Regione. Che, «dopo l'indagine conoscitiva sul ripristino del litorale, non ha più fatto nulla». «Il Comune - continua Campus - ha anche avuto il compito di redigere il piano di assetto del litorale»: il famoso e rimasto tale Pul, ancora in attesa di delibera da parte della Giunta, e della discussione in Consiglio comunale. Due condanne in primo grado per l'ex presidente della Provincia Sandro Balletto e il suo assessore ai Lavori pubblici, Renzo Zirone, devono aver choccato le istituzioni. Che ogni volta fanno finta di lavorare per la spiaggia dei cagliaritani e poi si arenano. Non può che restare di stucco Pier Luigi Aminti, uno degli ingegneri assoldati dalla Regione due anni fa per l'indagine conoscitiva. Pur sempre un “forestiero”, e come tale, il più obiettivo di tutti. Dice oggi: «È del tutto normale che la spiaggia si stia ritraendo. Succede sempre, ogni volta che si procede con un ripascimento. Che va mantenuto, ogni anno, col trasporto di altra terra. Nel caso contrario la sabbia prima o poi finisce». È la norma insomma. In sei anni però non è mai stato fatto niente del genere. Quanto all'effetto palude, «la sabbia pre-ripascimento era più compatta, più permeabile. Ora contiene conchiglie fossili che si consumano dando origine a materiali sottili che rendono la spiaggia meno permeabile di prima». Ma queste cose, Aminti le aveva già dette nel 2006, quando aveva anche prospettato alcune soluzioni, come il ripascimento periodico con sabbie di cave terrestri. «Lo fanno anche a Ostia, ogni anno la sabbia viene aggiunta. In caso contrario gli effetti del ripascimento non potrebbero durare più di cinque anni». Agli amministratori però la semplicità spaventa, meglio polemizzare. Forse ha ragione Graziano Milia quando dice che «sarebbe ideale che il Poetto entrasse a far parte del Parco del Molentargius».