La Giunta ha avuto un primo incontro con Coimpresa il primo aprile. Poi stop. “Resta quindi in piedi il procedimento di copianificazione con il Comune e con il Ministero dei Beni culturali per il risanamento dei colli”
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Difenderemo le risorse e il paesaggio. Lo afferma la Giunta regionale a proposito del pignoramento di 125 milioni di euro di spese processuali per il lodo Tuvixeddu, risalente all’ormai stranoto accordo di programma del 2000. E spiega che le trattative con Coimpresa sono già partite (il primo incontro il primo di aprile).
In un comunicato la Regione scrive che nessun giudice togato ha ancora deciso che la Regione Sardegna debba versare nelle casse della Nuova Iniziative Coimpresa 77,8 milioni di euro a risarcimento della mancata costruzione di edifici in un’area riconosciuta da più sentenze di elevato valore archeologico e quindi non edificabile.
Però un vecchio accordo di programma del 2000 ha portato a un contenzioso risolto da un lodo arbitrale che impone a maggioranza (due arbitri su tre) alla Regione il pagamento di quel presunto risarcimento dei danni. La sentenza di appello che entrerà nel merito di tutta la vicenda è in calendario per il mese di ottobre del 2016. Quindi, dopo che il pignoramento di circa 125 milioni sui conti della Regione è diventato definitivo, con l’ordinanza del 26 maggio, e con l’esecutività del pignoramento del 29 maggio, la Regione dovrà pagare l’ingente somma oltre spese processuali e interessi.
Ma la giunta guidata da Francesco Pigliaru si difende, spiega di aver subito gli effetti di anni di scontri. esecutivo si è insediato in mezzo a una raffica di provvedimenti “che non mostravano certo una volontà di mediazione da parte dell’impresa”. Le date: l’11 marzo scorso veniva notificato l’atto di precetto, il 13 marzo si insediava il presidente Pigliaru, il 20 marzo la giunta regionale, il 21 marzo la giunta proponeva un’incontro a Nuova iniziative Coimpresa, il 24 marzo partiva l’atto di pignoramento, notificato alla presidenza della Regione il 26 marzo, in cui si fissava l’udienza per il 16 aprile. Il 1° aprile il primo e unico incontro. “Poi”, prosegue il comunicato, “è andato avanti il percorso che ha portato al definitivo congelamento delle somme e alla situazione attuale. Durante questo periodo hanno parlato gli atti giudiziari e non è stata possibile alcuna trattativa”.
Insomma si parla di risarcimento, mai riconosciuto dalla Regione né come diritto, né tantomeno nella sua quantificazione, valutata assolutamente fuori scala dall’arbitro di parte regionale. I successivi provvedimenti giudiziari non sono mai entrati nel merito della vicenda. Mentre le sentenze dei Giudici amministrativi hanno confermato l’inedificabilità dell’area di Tuvixeddu e Tuvumannu. Ma, in attesa del pronunciamento della Corte d’appello di Roma, e dell’eventuale giudizio di Cassazione, il lodo arbitrale deve essere rispettato ed eseguito. Quindi, per ora, la Regione deve pagare.
“La linea seguita dal suo insediamento a oggi dalla giunta Pigliaru è stata quella di difendere le risorse finanziarie della Regione”, conclude il comunicato, “con numerose opposizioni e ricorsi, tentando di ridurre al minimo il danno economico per le casse pubbliche e contemporaneamente di mandare avanti ogni iniziativa che salvaguardi un sito di così grande rilevanza archeologica e paesaggistica come peraltro attestato anche da una recente sentenza del tribunale penale di Cagliari. Resta quindi in piedi, con il totale sostegno della Giunta regionale, il procedimento di copianificazione con il Comune e con il Ministero dei Beni culturali per il risanamento dei colli finalizzato alla fruizione da parte della collettività . Su questa linea la Regione si spenderà attivamente con chiunque condivida questo obiettivo”.