Uno spazio immenso, totalmente abbandonato, tra rifiuti e manifesti elettorali
Un'area di questo tipo, solitamente, viene utilizzata dai senzatetto. Chi non ha una casa dove ripararsi, preso dalla disperazione, si rifugia in qualsiasi luogo che abbia anche solo la parvenza di una casa. Non è questo il caso. E non tanto per il fatto che sia recintato, perché ci sono alcuni punti dai quali sarebbe semplice scavalcare. Il problema è che la zona è talmente degradata, sporca, piena zeppa di rifiuti, che è impossibile starci anche solo qualche minuto. L'area dell'ex caserma Trieste è una di quelle messe peggio in città. Darebbe anche l'idea di una foresta, se non fosse che anni di non curanza l'hanno trasformata soprattutto in una vera e propria bomba ecologica, dove i topi ormai fanno da padroni.
L'AREA Uno spazio immenso, che parte da via Cesare Battisti e finisce poco prima dei locali della Polizia Municipale, lungo viale Trieste. Sostanzialmente, centro città. I passanti che camminano là si dividono in due categorie: quelli che “guarda che vergogna questa zona, ma come è possibile che in una delle strade più importanti del capoluogo sardo ci sia una roba simile?», e quelli che invece passano là ogni giorno, hanno già ampiamente commentato in passato e ormai sono abituati. Dando una rapida occhiata alle mura che circondano l'ex caserma, si nota subito che qualcosa di strano c'è. In via Cesare Battisti la prima parte è composta da mattoni a vista, tutt'altro che in modo ordinato e ben fatto, tra l'altro. Subito dopo una lunga muraglia in cemento. Le finestre, un tempo presenti, non esistono più. Tutte murate, probabilmente per impedire alla gente di poter entrare indisturbata all'interno di quelli che un tempo erano gli edifici della caserma. Insomma, l'area è stata resa inaccessibile ai cittadini. Una scelta obbligata, visto che entrare là dentro, al momento, significherebbe rischiare di fare una brutta fine considerate le condizioni igienico-sanitarie e le strutture pericolanti.
LA PULIZIA Ieri mattina, intorno alle 8, due spazzini si sono fermati proprio da quelle parti. Hanno fatto ciò che potevano, pulendo e cercando di rendere almeno il marciapiede all'esterno dell'area presentabile. Ma è un po' come provare a togliere l'acqua dall'oceano. «Però ho visto zone messe peggio, glielo assicuro», spiega uno dei due operatori ecologici. Possibile. Fatto sta che si trova nel bel mezzo della città, in una strada che tra l'altro, sia in inverno che in estate, è piena di locali pubblici. I turisti là ci passano, il biglietto da visita non è certo dei migliori.
LA RECINZIONE A un certo punto, percorrendo viale Trieste, il muro in cemento finisce. Inizia una parte, un centinaio di metri circa, dove è stata messa una recinzione in metallo dove si vede tutto quello presente all'interno. C'è solo l'imbarazzo della scelta. La cosa certa è che quella zona ha tutti i crismi per essere chiamata “discarica a cielo aperto”. Facile pensare che, essendo la recinzione bassa, i ragazzi che soprattutto nel fine settimana affollano i locali del luogo parcheggiano alla fine di viale Trieste e passano là, magari con roba da bere in mano. E quando finiscono, quale luogo più semplice di quell'area in cui buttare i rifiuti? Non a caso all'interno c'è di tutto: dalle bottiglie di plastica a quelle di vetro, per non parlare delle decine di lattine (coca cola, birra e quant'altro), cartacce di ogni genere, anche qualche rifiuto ingombrante, anche se non molto pesante. Impossibile, per gli spazzini, pulire là dentro. Non è loro competenza, anche perché lavorano per il Comune, mentre quell'area appartiene alla Regione.
I PERICOLI Passando dal marciapiede di viale Trieste, a pochi metri ci sono quelle che un tempo erano delle piccole stanze diroccate. Sono per metà cadute a pezzi, nei tetti pendono travi di legno che potrebbero cadere da un momento all'altro. La situazione è allarmante. E se l'area all'interno è in pessime condizioni, non è che all'esterno la situazione sia molto meglio. A un certo punto si vedono alcuni pannelli pubblicitari arrugginiti, mezzo rotti, che di pubblicità ne contengono ben poca. C'è però qualche rimasuglio di spot elettorali. Per esempio all'interno dell'area ci sono vari manifesti di candidati e partiti che sono stati strappati da quei pannelli e buttati là dentro. Così, giusto per inquinare ancora un po' di più l'area.
Piercarlo Cicero
COMUNE. Via la vegetazione secca
Quell'ordinanza
per evitare gli incendi
«Garantire la perfetta pulizia dei luoghi con lo sfalcio dell'erba, la potatura delle siepi, il taglio delle piante, di rami, di fieno, delle sterpaglie e della vegetazione incolta e lo sfalcio di tutta la vegetazione secca, anche in aree coltivate. Il taglio di radici e di parti aree di piante, la rimozione dello sfalcio e dei tagli nonché la manutenzione e lo spurgo, con eventuali opere di risagomatura, dei fossi, dei canali di scolo e delle cunette».
L'estate si avvicina, il pericolo di incendi in città, ovviamente, aumenta. E va in questa direzione l'ordinanza firmata qualche giorno fa dal sindaco Massimo Zedda. Un documento che contiene le prescrizioni antincendio e gli obblighi di manutenzione e pulizia dei terreni incolti ai fini della tutela dell'incolumità e dell'igiene pubblica.
Certo, a vedere l'area dell'ex caserma Trieste, da questo punto di vista ci sarebbe un gran bel lavoro da fare. E l'ordinanza è chiara: «I proprietari, i conduttori e i detentori a qualsiasi titolo di terreni appartenenti a qualunque categoria d'uso del suolo, siano essi privati o di enti pubblici, nonché i responsabili di cantieri edili e stradali, i responsabili di strutture turistiche, artigianali e commerciali, con annesse aree pertinenziali private, devono procedere agli interventi di pulizia e manutenzione entro e non oltre il prossimo 15 giugno». (p.c.c.)