C'è tempo sino alla fine del mese per risarcire Coimpresa
Non ci sono solo i 125 milioni di euro pignorati da Coimpresa alla Regione in esecuzione di un lodo arbitrale. Lo stop del 2006 all'accordo di programma per l'edificazione sui colli di Tuvixeddu e Tuvumannu si porta dietro un enorme contenzioso legale dannosissimo per le casse pubbliche.
La Gecopre (oggi Safab, in liquidazione) che stava realizzando il primo lotto dell'asse viario Cadello-San Paolo, lo scorso anno ha chiesto al Comune (che ha inoltrato la richiesta di danni alla Regione) 13 milioni di euro (più spese e interessi), la Ecosabina che ha realizzato una parte del parco archeologico ne ha chiesto uno mentre i privati firmatari dell'intesa del 2000 (che possiedono circa il 6% dei 48 ettari dell'area) puntano a ottenere da sette a 18 milioni di euro.
Il conto è destinato ulteriormente a salire considerato che il danno riconosciuto dal lodo a Nuova Iniziative Coimpresa è stato fotografato dall'advisor Deloitte nell'aprile 2011. E da allora bisogna aggiungere circa duemila euro al giorno. La somma, ad oggi, fa altri 2,2 milioni di euro che aggiunti ai 77,8 già riconosciuti porta il risarcimento alla società amministrata da Giuseppe Cualbu a 80 milioni tondi.
LA STRADA-FANTASMA All'interno del progetto di riqualificazione urbana ed ambientale dei colli di Sant'Avendrace era previsto uno stanziamento di 42,5 milioni per il “passante Cadello-San Paolo”, ritenuto da chi firmò l'accordo di programma un'arteria strategica per snellire il traffico della città. Il primo tratto - Cadello-Is Maglias - era stato appaltato alla Gecopre per 7,7 milioni di euro. L'impresa aveva avviato i lavori ed aveva sventrato il colle di Tuvumannu realizzando un tunnel che corre a sette metri di profondità. Quando il 35% delle opere era stato realizzato il cantiere era stato sigillato e la società, successivamente diventata Safab, poco dopo aveva messo in moto i legali per ottenere il risarcimento dei danni.
Quell'asse viario sarebbe rimasto comunque un'incompiuta perché gli altri due lotti, quello che avrebbe dovuto attraversare il cosiddetto canyon, e quello che avrebbe dovuto successivamente collegare via Falzarego a via San Paolo portandosi via un pezzo dell'edificio che ospita il liceo Siotto, erano stati già bocciati da delibere della giunta Soru e dal Ppr.
IL PARCO MAI NATO I lavori per realizzare il parco di 23 ettari (un appalto da 4 milioni di euro) erano iniziati nel 2004 e si sarebbero dovuti concludere a fine 2006. Al momento del blocco, era stato realizzato il 65% delle opere. Constatate le difficoltà a riavviare i lavori, anche per la concomitanza di un'inchiesta penale per abuso edilizio che coinvolse alcuni dirigenti del Comune di Cagliari, Ecosabina aveva avviato la richiesta di danni quantificati allora in un milione più interessi e spese varie.
UN MESE PER PAGARE Intanto dopo il pignoramento di 125 milioni di euro, la Regione ha tempo sino al 30 giugno per versare materialmente i soldi nelle casse di Nuova Iniziative Coimpresa. Poi dovrà sperare che la Corte d'Appello di Roma, nel giudizio di merito che inizierà a ottobre 2016 e non si concluderà prima del 2017, ribalti la decisione arbitrale.
L'OSPEDALE BLOCCATO Tra risarcimenti milionari, imprese in liquidazione o fallite, affari sfumati e denaro pubblico sottratto alla collettività c'è un danno collaterale che sinora è stato sottovalutato. Il blocco dei progetti su Tuvixeddu e Tuvumannu e lo stallo della copianificazione che avrebbe dovuto stabilire che cosa fare di quell'area ha impedito l'inizio dei lavori di ristrutturazione dell'ospedale di Is Mirrionis. Così i 50 milioni stanziati, che si sarebbero dovuti spendere entro fine 2013, rischiano di andare persi.
Fabio Manca
L'incompiuta
Viaggio
nel colle
paralizzato
da 8 anni
Villa Mulas, splendido edificio in stile Liberty con un grande giardino a terrazze e un'esedra di rara bellezza, è ancora un rudere. Come Villa Laura, costruita nel 1907 sul versante di Sant'Avendrace del colle. La Regione (amministrazione Soru) la acquistò per farne la porta del parco di Tuvixeddu e oggi puttini, statue neoclassiche e fontane di marmo sono sommersi da erbacce e rovi. C'è una paralisi evidente in ogni angolo del colle di Tuvixeddu, se si eccettuano i due palazzi che si affacciano su via Is Maglias costruiti da Nuova iniziative Coimpresa, una microporzione del progetto contenuto nell'accordo di programma del 2000 e bloccato nel 2006.
Tutto è sospeso in questo fazzoletto di 60 ettari di città dal potenziale immenso dove l'impresa avrebbe dovuto investire 150 milioni di euro. All'inizio di via Is Maglias, di fronte alla facoltà di ingegneria, sotto il costone dei punici, la recinzione copre la parte del cantiere dove l'università avrebbe dovuto costruire le facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Scienze della Formazione e Ingegneria. Cinquecento metri più avanti un'idea di rotatoria mostra le prime ferite del colle. Al centro, al posto della vegetazione lussureggiante che dovrebbe ornarla, ci sono due grandi tubi circondati da cespugli e alberelli spontanei. A sinistra l'edificio del cantiere con un cartello, “ufficio vendite” guarda il canyon dove sarebbe dovuta passare la strada che non si farà mai, quella che avrebbe dovuto collegare via Cadello a via San Paolo e il cui passaggio avrebbe dovuto sacrificare un pezzo del liceo Siotto. Una strada che, secondo i progettisti, avrebbe dovuto risolvere parte dei problemi di traffico della città. Su un lato della strada svetta la torre della calce, ricordo dell'attività della cementeria. Sarebbe dovuta diventare il simbolo della transizione dal passato al futuro. Non lo sarà mai. (f. ma.)