La trattativa tra Cellino e gli americani non è chiusa ma Silvestrone è sicuro: «Mercoledì conoscerete gli investitori»
di Roberto Muretto wCAGLIARI Comincia una settimana decisiva per il futuro del Cagliari. Le nuvole nere che circondano la trattativa per la cessione del club al Fondo americano, dovrebbero sparire. Questo stando alle parole di Luca Silvestrone, intermediario dell’operazione. In questi giorni sono state dette tante cose e alcune dichiarazioni hanno alimentato i dubbi. Così come alcune domande non hanno avuto risposte convincenti. Primo quesito. Perchè è stato detto che Cellino potrebbe fare un passo indietro? «Semplice - chiarisce Silvestrone - finchè non c’è la firma sui contratti il presidente può sempre decidere di tenersi la società. Sono certo che non succederà e tra qualche giorno verrà versata la caparra concordata». Secondo quesito. La cordata america continua a tenere la maschera sul volto. Solo indiscrezioni su chi potrebbe far parte del Fondo, nessuna certezza. «E’ un patto stretto tra chi vende e chi compra - chiarisce Luca Silvestrone -. Solo quando l’accordo sarà definitivo sveleremo i nomi. Anzi, verranno qui e saranno loro stessi a dirvi che cosa vogliono fare». Terzo quesito. Perchè si è parlato di coogestione? Chi compra solitamente decide su tutto. Silvestrone chiarisce: «Sarebbe falso se dicessimo che siamo esperti di calcio. E siccome abbiamo verificato che Cellino si è circondato di validissimi collaboratori, perchè dobbiamo stravolgere tutto? Non siamo esperti nemmeno di calciomercato e in questo mondo si fa presto a buttare i soldi facendo scelte sbagliate. Faremo le cose per gradi e ascoltare i suggerimenti del presidente credo sia doveroso». Quarto quesito. E’ opinione generale che dietro il Fondo americano ci sia proprio Cellino. Sarebbe comunque lui a tirare le fila per poi tornare a galla una volta ottenuta la concessione per lo stadio e l’ok per la realizzazione del nuovo Sant’Elia. Silvestrone non ci sta: «Sono stupidaggini. Mai mi sarei prestato a un gioco del genere e nemmeno un archistar come Dan Meis potrebbe venire in Sardegna e prendere in giro i tifosi. Siamo persone serie e quando saprete chi sono gli investitori, in tanti si ricrederanno». Lo stadio. Un errore nel progetto è stata la motivazione del mancato via libera della Commissione provinciale di vigilanza all'ultimo secondo. Il Comune ne ha preso atto decidendo di aumentare la capienza dell'attuale progetto con ulteriori 500 posti circa (per arrivare ai sedicimila richiesti dalla Lega Calcio per accettare l’iscrizione al campionato) ricavati nell'anello superiore della tribuna centrale, ampliando la stessa da entrambi i lati. Il comune di Cagliari è corso ai ripari velocizzando i tempi e affidando il collaudo statico delle tribune a un tecnico interno dell'amministrazione. Un passaggio fondamentale che consentirà di ottenere il nulla osta entro la data richiesta dalla Lega, evitando al Cagliari un altro esilio. Il nuovo stadio. Il progetto presentato dall’architetto Dan Meis piace molto al sindaco di Cagliari. Massimo Zedda, però, è stato chiarissimo: «E’ un obbligo di legge conoscere le persone con le quali dovremo collaborare. Quindi prima di prendere qualsiasi decisione, vogliamo sapere chi acquista il Cagliari Calcio. A scatola chiusa non si fa nulla». Ma le due cose sono legate, questo l’emissario del Fondo lo ha sempre detto. Vuol dire che la firma sui contratti d’acquisto sliterrà ancora?