STAMPACE. Lettera a sindaco e prefetto: urla, canti e musica tutta la notte
La protesta: allarme “movida” anche in piazza Yenne
C'è chi ha sostituito gli infissi, spendendo tanti soldi, con materiale di ultima generazione per abbattere il chiasso proveniente dall'esterno. Niente da fare. Perché se il rumore è altissimo e arriva da sotto casa, non c'è speranza: la notte si passa senza chiudere occhio. Un problema che si pensava fosse solo dei residenti del quartiere Marina, ma che invece riguarda anche chi abita là vicino, a Stampace. La zona di piazza Yenne e scalette Santa Chiara, soprattutto nei weekend, sta diventando invivibile. Nel caso della Marina ci ha pensato don Marco Lai, parroco di Sant'Eulalia, a prendersi la responsabilità di iniziare una battaglia contro chi rovina le strade, i palazzi, le chiese del rione, oltre a fare un chiasso che disturba la quiete notturna. Ma si stanno attivando anche a Stampace.
LA LETTERA Una lettera, alcuni giorni fa, è stata spedita da un residente della zona di piazza Yenne al prefetto, al sindaco, all'assessore alle Attività produttive, al comandante della Polizia municipale e al Questore. «Il chiasso provocato dalle centinaia di persone che, dalla notte fino alle prime ore del mattino, affollano la salita Santa Chiara e piazza Yenne, ormai ha un livello tale da passare attraverso gli spessi muri di tufo», scrive il residente. «Urla, canti, musica sono già da ora la colonna sonora delle notti in centro».
LA MUSICA Qualche giorno fa, per esempio, i residenti si sono lamentati per un locale che stava mettendo musica a tutto volume: «Ho parecchi dubbi sull'esistenza di autorizzazioni alla diffusione di musica», dice ancora l'abitante. «Se ci fosse tale autorizzazione a trasmettere musica la situazione sarebbe ancor più grave, perché evidenzierebbe responsabilità dirette delle funzioni preposte a tale rilascio».
L'INCONTRO Già qualche settimana fa ci fu un incontro in prefettura per parlare del problema, con presenti le più alte cariche istituzionali e i rappresentanti della pubblica sicurezza: «Ci siamo lasciati con l'impegno, da parte di tutte le forze coinvolte, al controllo, a una concertazione con l'associazione dei commercianti, al ridimensionamento del fenomeno, al dirottamento della “movida” verso altre zone a minor concentrazione residenziale, a un'azione coordinata di tutte le forze dell'ordine per interventi diretti. Risultato: niente».
LE RICHIESTE Le richieste sono precise: chiusura dei locali del centro storico alle 24 o divieto di vendere alcolici, controlli continui ed eventuali sanzioni da comminare per i trasgressori, verifica degli spazi occupati da tavolini, dehors e ombrelloni posizionati dopo le 20.
Piercarlo Cicero