BONARIA. Per mezz'ora un uomo e una donna si rifugiano nei cespugli
Una coppia attaccata al cimitero monumentale
Piovevano da tutte le parti, in picchiata, e dopo l'aggressione è iniziato l'assedio: per oltre mezz'ora, una coppia che ieri mattina passeggiava nel cimitero monumentale di Bonaria è rimasta al riparo in due diversi cespugli, distanti una trentina di metri l'uno dall'altro, per sfuggire all'attacco di quattro gabbiani reali, mentre altri sei eseguivano coreografie aeree per confondere le due vittime. «Manuela, ci sei?», gridava da un cespuglio Gian Luigi Serafini, 55 anni, rappresentante di opere d'arte. «Sono nel cespuglio, ma appena accenno a uscire i gabbiani arrivano in picchiata, velocissimi», rispondeva Manuela Tidu, 43 anni, commerciante, che sta per aprire una panetteria in via Grazia Deledda.
I BERSAGLI Quell'assedio è durato una quarantina di minuti. I volatili, estremamente aggressivi, difendevano i nidi che di sicuro hanno costruito nella parte alta del camposanto, vicino alla basilica. «Erano ovunque», ricostruisce Serafini, «ci sfioravano. Alcuni cercavano di confonderci, il più agguerrito era sempre quello che proveniva dalle nostre spalle, e che non potevamo vedere: quasi ci sfiorava in velocità, ci scansavamo continuamente».
L'ATTACCO C'è poco di cui vergognarsi: davanti a un attacco coordinato come quello, in assenza di contraerea, l'unica soluzione era cercare riparo, ma l'ufficio del custode era troppo lontano. Serafini e la sua compagna si sono allora rifugiati in due cespugli, dove i gabbiani non posso volare. Non sapevano, non potevano sapere che in realtà non rischiavano nulla, come assicura l'ornitologo Sergio Nissardi, che tante volte si è trovato in mezzo a quelle intimidatorie coreografie aeree («Vogliono spaventarci per allontanarci dai nidi, ma nemmeno ci sfiorano»), tantomeno avevano il tempo per documentarsi su Wikipedia con lo smartphone. Gli uccelli piombavano su di loro a velocità paurose e lo facevano continuamente: scappare era l'unica soluzione.
L'ASSEDIO Serafini dentro un cespuglio, Manuela Tidu in un altro e con la testa protetta dal giubbotto. I rifugi funzionavano, l'attacco era sospeso, e la coppia ha atteso che i gabbiani se ne andassero: non immaginavano che, invece, sarebbe iniziato l'assedio. «Si posavano su un monumento funebre davanti al cespuglio in cui avevo trovato riparo», racconta il rappresentante d'arte, «e appena accennavo a uscire l'attacco ricominciava, ancora più violento. È stato un incubo». Serafini si è guardato intorno e, a diverse decine di metri di distanza, ha scorto una scopa appoggiata a una parete di sepolture. E ha avuto un'intuizione: «Quella sarà la mia contraerea». Ci è arrivato passando da tomba a tomba, riparandosi dietro le lapidi, e ad ogni movimento i gabbiani prendevano il volo per eseguire nuove picchiate, ma non ne avevano il tempo.
LA SALVEZZA Quando ha raggiunto quella scopa, per lui rompere l'assedio non è stato difficile. Ho iniziato a rotearla sopra la mia testa e mi sono avvicinato alla mia compagna, che si è coperta la testa col giubbotto e ha cominciato a correre assieme a me verso l'ufficio del custode. Ho continuato a roteare la scopa e i gabbiani, che che volavano attorno a noi, non riuscivano ad attaccare. Quando la coppia ha raggiunto il nuovo rifugio, gli uccelli sono tornati alla base e l'attacco è finito: se ne sono andati. «Ci siamo spaventati», commenta Manuela Tidu, «com'è ovvio. Abbiamo deciso di raccontare la nostra avventura perché, se al posto nostro ci fosse stata una coppia anziana, probabilmente non sarebbe riuscita a sfuggire a quell'attacco. Qualcuno deve intervenire».
Luigi Almiento
Il Comune
L'assessore
all'Ambiente:
«Dobbiamo
intervenire»
«È la terza volta che succede: a questo punto ci dobbiamo porre il problema per cercare di eliminare le aggressioni di cittadini da parte dei gabbiani». Paolo Frau, assessore comunale all'Ambiente, già dopodomani ne discuterà con i tecnici e con il sindaco Massimo Zedda.
«Il primo passo», annuncia Frau, «è parlare con gli ornitologi: dobbiamo capire per quale motivo, anche se lo intuiamo, la colonia di gabbiani inurbati diventa sempre più numerosa e il perché della loro aggressività. È il terzo episodio del genere: il primo era quello di una dipendente comunale aggredita in viale San Vincenzo», ricorda l'assessore all'Ambiente, «poi si è verificato quello di una donna che abita all'ultimo piano di un edificio a Villanova, aggredita ogni volta che va a stendere nella terrazza».
Premesso che, secondo gli ornitologi, i gabbiani eseguono coreografie estremamente intimidatorie solo per allontanare le persone dai nidi, ma senza mai toccarle, quei voli in picchiata di diversi esemplari che si coordinano perfettamente sono in grado di terrorizzare le vittime di questi raid.
«Saranno proprio gli specialisti a suggerirci quali misure adottare per contenere il fenomeno dei gabbiani che fanno i nidi in città», conclude l'assessore Frau, «ma posso già dire che anche i cittadini devono fare la propria parte. Lasciare in giro il cibo per cani, gatti o piccioni significa in realtà nutrire i gabbiani. Lo stesso discorso vale per chi non chiude i cassonetti dopo aver depositato l'umido: succede anche davanti ad alcuni ristoranti. Finché troveranno da mangiare, i gabbiani resteranno cittadini». (l. a.)
L'ornitologo
«Lo fanno
per difendere
i propri nidi»
Sarà che la specie si chiama gabbiano reale , sta di fatto che vogliono comandare loro: «Là dove fanno i nidi, il territorio intorno è da difendere ad ogni costo», spiega Sergio Nissardi, ornitologo, «intimidendo chiunque, uomo o altro animale che sia, si avvicini alle uova schiuse da poco».
Nissardi è uno che se ne intende non soltanto perché è la sua materia, ma anche perché quelle aggressioni senza contatto le ha subite molte volte, anche in colonie di gabbiani che contavano migliaia di famiglie. «Sono molto intimidatori ma mai, nemmeno una volta, tutti quegli uccelli che scendevano in picchiata mi hanno sfiorato. Non lo farebbero mai, non sfiderebbero mai l'uomo».
La conclusione dell'ornitologo sull'episodio di ieri mattina è certa: «I gabbiani reali hanno nidificato anche a Bonaria e, essendo periodo di riproduzione, difendono i nidi. Evidentemente, i due signori al centro dell'attacco di ieri, inconsapevolmente si erano avvicinati troppo ai pulcini».
Nissardi spiega che i gabbiani si sono inurbati perché trovano riparo e cibo: «Non solo quello lasciato dagli uomini per cani e gatti, ma anche nei cassonetti. Bisognerebbe fare un censimento della colonia. Per contenerne il numero, considerato che la rimozione delle uova non serve a granché perché ne depongono di nuove, e anche perché è una specie protetta soprattutto nel periodo della nidificazione, è una sola: far mancare loro il cibo. A quel punto, emigrerebbero». (l. a.)