Se l'affare non sarà concluso potrebbe tornare in pista Giulini o rimanere il patron rossoblù
Mercoledì la giornata decisiva per la proposta degli americani
Il futuro del Cagliari calcio come il gioco delle tre carte. Sul tavolo del presidente Massimo Cellino le offerte del gruppo americano, ancora senza volto, se non quello del portavoce ravennate Luca Silvestrone e del re degli architetti sportivi, il californiano Dan Meis. E poi quella congelata, ma ancora viva, della Fluorsid Group di Tommaso Giulini.
Cellino, che nel frattempo a Leeds ha le sue gatte da pelare per far quadrare i conti con lo United, ha murato il milanese Giulini, reputando troppo bassa la sua offerta, e stretto la mano alla coppia Silvestrone-Meis, che rappresenterebbero una società composta da dieci investitori americani, che invece, per l'acquisto del club e di tutti gli asset immobiliari, avrebbero proposto 82 milioni di euro, oltre al progetto legato al nuovo stadio.
Ma il patron bianco e rossoblù non è ancora del tutto convinto. E, nonostante le dichiarazioni della scorsa settimana da Miami («Dio li benedica»), con strette di mano e sorrisi, resta ben posizionato nella terra di mezzo, quella della diffidenza. Ecco perché il messaggio spedito agli interlocutori è il tanto caro all'amico-nemico Claudio Lotito «pagare moneta, vedere cammello». E Cellino attende una moneta da ben 10 milioni di euro, l'acconto da versare entro mercoledì.
Una data importante, quella del 4 giugno, perché, oltre al definitivo via libera della Commissione di vigilanza per il Sant'Elia, dovranno arrivare, nell'ordine, la firma sul contratto preliminare di vendita, i 10 milioni di acconto e le facce degli investitori, attesi a Cagliari per farsi conoscere dopo 5 mesi di trattative nell'ombra. Non resta che vedere se quanto detto da Luca Silvestrone si avvererà nei tempi annunciati.
Alla finestra resta Tommaso Giulini, che, nonostante il «no» rimediato nel faccia a faccia inglese con Cellino, spera ancora di rientrare in corsa, magari alzando la posta in palio. Un'impresa che potrebbe realizzarsi se gli americani dovessero risultare solo un sogno di una notte di quasi estate.
Ma le carte, come detto, sono tre. E la terza soluzione, quella più complicata, ma assolutamente non improbabile, ha la faccia di Massimo Cellino. Che, davanti a proposte poco concrete, potrebbe decidere di provare ad andare ancora avanti, tenendo un piede in Sardegna e l'altro in Inghilterra. In una vicenda che tiene sulle spine tutti coloro che amano il Cagliari.
Alberto Masu
Incognita
Sant'Elia,
dopodomani
il verdetto
I tifosi del Cagliari restano col fiato sospeso. Il 20 giugno, infatti, scadono i termini per presentare la richiesta di iscrizione al prossimo campionato di Serie A e, nella documentazione che dovrà essere presentata in Lega, dovrà essere indicato anche lo stadio in cui disputare l'intera stagione.
In viale La Playa e in via Roma, però, su questo punto sono sicuri che si potrà fare tranquillamente il nome del Sant'Elia. Non più con i 4798 posti disponibili visti per tutta la stagione appena chiusa, ma ampliato a 16mila posti. Il via libera definitivo dovrebbe arrivare mercoledì, quando si riunirà la Commissione provinciale di vigilanza. Saranno esaminati gli ultimi dettagli e le nuove tavole. Il sindaco Zedda, come detto nei giorni scorsi, non ha dubbi: «Il parere favorevole della Commissione provinciale c'è già. L'iscrizione non dipende dai lavori effettuati, ma dalla presentazione del progetto». E poiché il progetto ha già avuto un via libera di massima, «si potrà andare verso l'esecuzione dei lavori». ( al.m. )