LA POLEMICA. Prima l'incontro in Consiglio poi una nota annuncia lo strappo
I municipi ormai sono come le parrocchie: la gente ci va a pregare, piangere e chiedere aiuto. I sindaci non sono capaci di fare miracoli: tagliano, chiudono, stringono, ma non sanno più a quale santo appellarsi. L'inferno è dato dai milioni di euro bloccati a causa del Patto di stabilità e dalla dieta del Fondo unico, con reazioni a catena che spingono paesi e città verso l'abisso: aziende che falliscono, cantieri congelati, povertà, famiglie affamate, servizi dimenticati, consumi fermi, suicidi.
Sono arrivati a Cagliari in massa con la fascia tricolore, duecento amministratori, forse di più, hanno occupato l'Aula e gli spalti del Consiglio regionale, per raccontare il loro dramma quotidiano al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru e agli assessori al Bilancio Raffaele Paci e agli Enti locali Cristiano Erriu. Il governatore ha assicurato «forte collaborazione» e sottolineato che oggi ci sarà un altro incontro a Roma con il Governo per allentare i vincoli e ottenere l'innalzamento del tetto di spesa, fissato a 2,4 miliardi di euro, risorse insufficienti per far fronte alle necessità dell'Isola. Ha ribadito che chiederà di riconoscere «l'assoluta anomalia della situazione della Sardegna, perché siamo l'unica regione per la quale a un aumento delle entrate fiscali non è corrisposta una crescita dei trasferimenti statali». Questo per chiudere la giornata, con Gianfranco Ganau a fare gli onori di casa, e gli interventi del segretario Anci Emidio Contini, di diversi sindaci, di Pietro Cocco capogruppo Pd e Pietro Pittalis (Forza Italia), unica voce polemica della riunione ufficiale, «fuori dal coro», come ha detto lui, poi bacchettato in seguito da Pigliaru («toni impropri»). Comunque sembrava ci si fosse lasciati con un po' di speranza e di ottimismo, invece dopo c'è stata una riunione separata, è emerso il malumore, e in serata una nota dell'Anci (non condivisa da tutti i sindaci) ha annunciato rottura. «Dopo l'insoddisfazione per l'esito dell'assemblea, le Associazioni degli Enti Locali formalizzeranno l'interruzione dei rapporti istituzionali con la Regione», conferma il primo cittadino di Mandas Umberto Oppus. Due lettere saranno consegnate oggi ai presidenti della Giunta e del Consiglio: i sindaci e gli altri amministratori locali «non parteciperanno, fino a diversa decisione, alle prossime riunioni della Conferenza Regione-Enti Locali e alle audizioni nelle Commissioni consiliari». Allo studio ci sono ulteriori forme di mobilitazione. Lamentano «assenza di risposte alle richieste avanzate da qualche tempo dai Comuni su interventi di sollievo alle regole del Patto di stabilità interno e sul ripristino del Fondo Unico, dal quale sono stati tagliati 55 milioni di euro». Proseguono: «Non si può continuare ad avere questa incertezza sui numeri e sulle modalità. Bisogna programmare, non riusciamo ad approvare i bilanci preventivi a causa del taglio del Fondo Unico, dei vincoli del Patto che si accompagnano ai tagli dei trasferimenti erariali e all'aumento dei tributi locali». Concludono: «Siamo arrivati a un punto limite, la nostra è una posizione razionale e non una rivolta. Molti sindaci stanno soffrendo attacchi e atti intimidatori e non possiamo permetterci tutto questo».
Il primo cittadino di Cagliari, Massimo Zedda, aveva sintetizzato efficacemente e strappato l'applauso ai colleghi: «Lo Stato non può usare i Comuni per salvare se stesso. Soltanto in Italia viene bloccata la spesa di chi ha soldi in cassa. Nessuno può venire a insegnarci come si fa “revisione”, come spendere i fondi: lo abbiamo sempre fatto, dal momento in cui veniamo eletti, ogni giorno dobbiamo scegliere se salvare una famiglia, garantire il trasporto urbano, festeggiare il patrono». Poi in serata, dopo la nota che ha ribaltato il clima che si respirava in Aula, Zedda prende le distanze e conferma la sua fiducia al lavoro della Giunta.
Infine, la dichiarazione di Francesco Pigliaru: «Apprendiamo con stupore dalle agenzie di stampa la presa di posizione che arriva dalle Associazioni degli Enti locali. L'andamento della riunione in Consiglio regionale, con l'impegno reciproco di proseguire il confronto nella Conferenza permanente Regione-Enti locali, faceva emergere la volontà della ricerca di un risultato comune basato sul dialogo. Siamo consapevoli delle profonde difficoltà in cui versano le amministrazioni locali, per questo ci siamo impegnati sia ad ottenere quanto prima una maggiore flessibilità del Patto di stabilità, sia a valutare interventi d'emergenza a favore dei Comuni». Conclude con l'auspicio che «si potrà riprendere un confronto costruttivo e sereno, tanto più necessario in quanto l'unità di azione costituisce un oggettivo rafforzamento nella trattativa con lo Stato».
Cristina Cossu