Due lettere saranno consegnate domani mattina ai presidenti della Giunta e del Consiglio per informarli che i sindaci e gli altri amministratori locali non parteciperanno, "fino a diversa decisione"
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Dopo l'insoddisfazione per l'esito dell'assemblea di questa mattina in Consiglio regionale, le Associazioni degli Enti Locali formalizzeranno l'interruzione dei rapporti istituzionali con la Regione. Due lettere saranno consegnate domani mattina ai presidenti della Giunta e del Consiglio per informarli che i sindaci e gli altri amministratori locali non parteciperanno, "fino a diversa decisione", alle prossime riunioni della Conferenza Regione-Enti Locali e alle audizioni nelle Commissioni consiliari.
La prima audizione era prevista per domani nell'organismo che si occupa di Riforme e Autonomia. Sarà inoltre convocata a breve l'Assemblea straordinaria dei sindaci per la valutazione di ulteriori forme di mobilitazione.
"Le Associazioni degli Enti Locali - si legge nella lettera - in considerazione dell'assenza di risposte alle richieste avanzate da qualche tempo dai Comuni aventi a oggetto i necessari interventi di 'sollievo' alle regole del Patto di stabilità interno, nonchè il ripristino delle spettanze del Fondo Unico, hanno deciso l'interruzione delle relazioni istituzionali con la Giunta e il Consiglio regionale, con riferimento al taglio di 55 milioni. Non si può continuare ad avere questa incertezza sui numeri e sulle modalità perché questo uccide i Comuni. Chiediamo di fare un punto che ci consenta di svolgere una programmazione sui territori che sono in difficoltà".
I Comuni, spiegano le Associazioni, "non riescono ad approvare i bilanci preventivi 2014 a causa del taglio del Fondo Unico, dei vincoli del Patto che si accompagnano ai tagli dei trasferimenti erariali e all'aumento dei tributi locali. Si pensi, ad esempio, al caso dei Comuni colpiti da alluvione che a tutt'oggi non hanno visto riconosciute le sacrosante istanze sia per quanto riguarda l'assenza dei finanziamenti promessi, sia per l'obbligo di sottostare al Patto di stabilità". Interrompere i rapporti tra Comuni e Regione significherà, "non partecipare alle conferenze e alle audizioni: ma se occorre, s'inizieranno a verificare i punti su cui aggredire la strategia di 'diminuzio' del ruolo delle Amministrazioni comunali. Siamo arrivati a un punto limite - concludono i rappresentanti degli enti locali - La nostra è una posizione razionale e non una rivolta. Molti sindaci in vari territori stanno soffrendo attacchi e atti intimidatori e non possiamo permetterci tutto questo".