Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ecco i pregi e i difetti: costi bassi, pochi mezzi

Fonte: L'Unione Sarda
29 maggio 2014


I parcheggi delle auto da condividere si trovano soltanto in centro


E il car sharing? Per la simulazione della giornata di un cagliaritano che ha scelto di rinunciare all'uso dell'auto propria, l'idea iniziale era quella di sperimentare il nuovo servizio (ha debuttato meno di un mese fa e al momento conta trenta utenti e dieci vetture, tutte Nissan Micra). Il primo problema è che al momento i parcheggi dove si trovano le dieci auto per ora disponibili (mercato San Benedetto, piazza Repubblica, piazza Garibaldi, via Giolitti e via Crispi, con due stalli per ogni postazione) sono tutti abbastanza distanti da Castello, dove abbiamo ipotizzato che il nostro personaggio abbia casa: bisognerebbe prendere l'autobus per poter prendere l'auto. Poi c'è il fatto che questa va riportata nel parcheggio in cui è stata presa.
MODELLO La realtà è che il car sharing cagliaritano, spiega Fabio Mereu della Playcar, «non è pensato per sostituire la prima automobile. Ci rivolgiamo a persone già “disintossicate” dall'auto, che hanno scelto di muoversi con i mezzi pubblici e di tanto in tanto hanno bisogno di una vettura». Un'impostazione legata alle origini del fenomeno delle auto condivise, nato in Svizzera da esperienze condominiali ed esploso negli Usa con Zipcar. «Noi vogliamo contribuire alla diminuzione delle auto in circolazione. Un modello diverso rispetto a quelli presenti in altre città italiane», aggiunge Mereu. Per esempio Enjoy (che fa capo all'Eni) a Milano e Car-to-go (Mercedes) a Roma: qui «se usi il car sharing sei un tipo molto in », testimoniava il direttore generale del Ctm Ezio Castagna due giorni fa, all'incontro sulla mobilità sostenibile organizzato nello Spazio Search.
CARA AUTO Nella stessa occasione il direttore scientifico di Euromobility, Luciano Bertuccio, raccontava che a Torino molte famiglie hanno già osato liberarsi dell'auto di proprietà. Una scelta culturale (inquinare meno, dare una mano a liberare le città da lamiere e motori a vantaggio di parchi, aree pedonali, marciapiedi a misura di carrozzine) ma anche economica: ogni anno, per mantenere un'auto, si spendono in media fra i 2.500 e i 3.500 euro tra carburante, bollo, assicurazione, usura gomme, tagliandi, revisioni, autolavaggio, multe, parcheggi, rate di pagamento o, se l'auto è già stata pagata, quota di ammortamento.
MIX DI MEZZI L'alternativa, però, non può essere il solo car sharing: il sistema funziona bene per le persone che non hanno bisogno di una macchina tutti i giorni per andare al lavoro e percorrono meno di 12 mila chilometri l'anno, è pensato per utilizzi di poche ore e per le commissioni quotidiane (le auto del car sharing possono entrare nelle ztl e presto, ha annunciato l'assessore ai Trasporti Mauro Coni, potranno parcheggiare gratis nelle strisce blu). Chi rinuncia all'auto propria, insomma, deve mettere in conto di servirsi di vari mezzi alternativi: autobus, bicicletta, piedi e anche le auto condivise.
COSTI Playcar prevede una quota di iscrizione di 21 euro una tantum e 95 euro l'anno di abbonamento. All'iscrizione si riceve il kit di benvenuto con dentro le istruzioni per usufruire del servizio e la tessera magnetica che permetterà di prendere possesso della macchina e di restituirla. «Le tariffe - Fabio Mereu ne è particolarmente orgoglioso - sono le più basse d'Italia»: 1,50 euro l'ora più 35 centesimi a chilometro. In questi ultimi sono incluse le spese di carburante: al distributore bisogna passare solo quando il livello arriva a un quarto del serbatoio; in quel caso, andando in una delle stazioni di servizio convenzionate l'utente non paga un euro, altrimenti anticipa una somma che gli verrà stornata dai consumi successivi. Le auto si prenotano via internet o smartphone. Attenti all'orologio: per ogni minuto di ritardo viene addebitato un euro di penale e se l'auto era prenotata si rischia di pagare il taxi all'utente che non avesse potuto utilizzarla. «Una misura severa ma fondamentale per il funzionamento del servizio». (m. n.)