L'inchiesta
Sparisce la tentata truffa e compare il falso. Cambiano le contestazioni nell'inchiesta sulla Scuola civica di musica. Inoltre, la posizione di uno dei cinque indagati potrebbe essere archiviata.
Al centro degli sviluppi, arrivati in seguito a nuovi interrogatori, c'è una presunta firma falsa. A portare il documento all'attenzione del pm Giangiacomo Pilia è stato il consigliere Marco Ravasio: ha negato di aver mai firmato il via libera alla proroga dell'incarico di direttore a Puddu fino al 2021 e alla nomina di vice direttore artistico per Baggiani, così come di aver approvato l'assunzione a tempo indeterminato dello stesso Puddu senza gara pubblica. Per verificare l'attendibilità di Ravasio il pm ha disposto una consulenza dalla quale è emerso che la grafia del consigliere non era compatibile con quella presente nei documenti. Allora chi aveva firmato al suo posto? Non si è scoperto, così il pm ha deciso di contestare il falso a tutti gli altri indagati (già accusati di abuso d'ufficio): il presidente del consiglio di amministrazione Maurizio Porcelli (difeso dall'avvocato Valeria Aresti), il consigliere Giorgio Baggiani e l'ex direttore artistico Luigi Puddu. (assititi da Rosalia Bizzarro e Massimiliano Ravenna), il direttore amministrativo Sergio Manca (tutelato da Valentina Sanna). Contemporaneamente è stata eliminata la contestazione di tentata truffa a seguito delle dichiarazioni rese in interrogatorio da Porcelli, il quale ha chiarito che i finanziamenti regionali non erano mai stati utilizzati per altri fini e che erano sempre stati nella disponibilità del progetto Pop Rock al quale erano destinati. (v. n.)