Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Quando la musica è una lunga avventura

Fonte: L'Unione Sarda
28 maggio 2014

Questa sera alle 20.30 al Teatro Lirico di Cagliari

Il Quartetto di Venezia compie trent'anni
Il fascino romantico e senza tempo degli archi

I l quartetto d'archi. Senza dubbio la formazione cameristica che più ha affascinato i compositori dei periodi classico e romantico. Innumerevoli pagine di musica sono state ad esso dedicate. Alcune di queste magistralmente interpretate dal Quartetto di Venezia. Ensemble, composto da Andrea Vio ed Alberto Battiston, violini, Giancarlo di Vacri, viola e Angelo Zanin, violoncello, che vanta trent'anni di attività.
«Trent'anni di quartetto significano moltissimo: una scelta di vita che ci ha fatto girare un po' tutto il mondo, conoscere tantissime personalità del mondo musicale e non. Soprattutto, è stata un'avventura che ci ha riempito la vita in modo assoluto»: queste le loro parole. Il Quartetto di Venezia sarà per la prima volta a Cagliari, stasera alle 20.30, protagonista del sedicesimo appuntamento con la Stagione concertistica del Teatro Lirico. Eseguirà alcune celebri pagine del repertorio cameristico. Il Quartetto in Do maggiore “Dissonanzen” K. 465 di Wolfgang Amadeus Mozart. Ultimo dei sei quartetti dedicati dal genio di Salisburgo ad Haydn. Compositore, quest'ultimo, a cui si deve il decisivo passaggio del Quartetto per Archi da musica di intrattenimento leggero (divertimento per quattro strumenti ad arco) al ruolo di forma classica per definizione. Quartetto “delle dissonanze”, a motivo dell'audacia delle armonie affidate al violino nel primo movimento, Adagio.
Il programma proseguirà con Cinque pezzi per quartetto op. 34 di Alfredo Casella. Risalenti al 1920 e da lui stesso definiti come risultato di un periodo assai turbinoso della propria attività creatrice: «Dopo quattro anni di esperienze talvolta divergenti, la mia indipendenza di fronte allo stravinskismo e allo schoenberghismo era totale. E quei Cinque pezzi rappresentano appunto l'estrema fine dell'influenza stravinskiana e la scomparsa totale di ogni preoccupazione atonale». Il concerto si concluderà con il Quartetto n. 16 in Fa maggiore op. 135 di Beethoven. Composto nel 1826 ed ultimo suo grande lavoro. Sentire il Venezia è sentire una perfetta sintesi di rigore analitico e passione, tratti distintivi delle due scuole fondamentali dell'interpretazione quartettistica.
Luisa Sclocchis