RENATO SORU.
L'esultanza dell'ex presidente
Si può essere ottimisti e preoccupati allo stesso tempo? La notte elettorale di Renato Soru vola via così, pochi amici in casa e qualche pizza, tra sensazioni positive e il fantasma della sconfitta del 2009. La mattina dopo, il nuovo europarlamentare conferma di aver ripensato a quelle Regionali: «Con questo voto si ricrea con gli elettori sardi un rapporto politico, e pure affettivo, che sembrava incrinato».
Si aspettava così tanti voti?
«Un po' di meno. Sono felice, sbagliava chi suggeriva di non votare perché non c'è il collegio sardo. Mi ha sorpreso anche l'accoglienza dei siciliani. Mi è piaciuta molto la campagna elettorale lì, hanno le nostre stesse speranze».
C'è stata polemica sul suo sentirsi sardo o meno. Ora come si definisce?
«Un eurodeputato sardo, che rappresenta il collegio Sicilia-Sardegna e vuol lavorare alla collaborazione tra queste due isole. Anzi, allargarla anche ad altre».
In quale modo?
«Riprendendo il progetto di una macroregione insulare del Mediterraneo, con Malta e le Baleari».
A che cosa servirebbe?
«A ricordare a Bruxelles che il Mediterraneo non è un problema, ma un'opportunità di sviluppo. Qui sta passando una guerra silenziosa, di cui deve farsi carico l'Europa intera: non solo con azioni di soccorso a mare, ma di integrazione».
Eppure spesso dell'Europa percepiamo solo le regole rigide.
«Capita anche a me, quando a Sanluri certe norme dicono che il signore che arrostiva i pesci in piazza non può più farlo. Poi però, se le norme le guardi bene, scopri che puoi salvare le attività tradizionali, arrostita compresa. A volte la nostra burocrazia applica le regole Ue con troppo zelo».
Con un'alleanza Ppe-Pse, sempre nel segno della Merkel, si confermerà la linea del rigore assoluto?
«Spero invece che la si cambi: il rigore non deve paralizzare la crescita. Sì, vince la Merkel e crolla Hollande. Ma il Pd, che forse avrà il presidente dell'Europarlamento, riequilibra. All'asse franco-tedesco può sostituirsi un asse Italia-Germania, in cui conterà il Pd, più attento alle politiche di crescita».
Collaborerà con gli altri due eletti sardi nonostante le polemiche, specie con Cicu?
«Guardi, ho un'idea molto seria del mandato europeo, non si risolve nel portare in Sardegna un finanziamento in più, perché non funziona così. Ognuno porterà il suo pensiero».
Quindi nessun lavoro comune?
«Faccio un esempio: io lavorerò per la difesa dell'euro, e su questo è difficile che ci si incontri con l'eletta del M5S. Magari invece avverrà quando si parlerà di tutela dell'ambiente».
Ci sono specificità sarde per cui lottare?
«I problemi della Sardegna si risolvono meglio se collaboriamo con gli altri, a partire dalla Sicilia, non se ci chiudiamo in noi stessi».
Come valuta il risultato nazionale del Pd e di Renzi?
«Davvero straordinario. Gli italiani hanno dato fiducia a chi semina speranza. Chi sperava di avere un voto in più per andare da Napolitano e azzerare il governo, non aveva altri progetti se non la rabbia, il voler mandare tutti a casa».
Giuseppe Meloni