Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La chiesa di Villanova crolla

Fonte: L'Unione Sarda
26 maggio 2014

LA CITTÀ DIMENTICATA. Rughe profonde segnano il tempio risalente al tredicesimo secolo

San Giovanni, l'allarme della Confraternita della Solitudine


L'apoteosi quando Pasqua s'avvicina. I fedeli entrano nella chiesa di San Giovanni Battista a Villanova, osservano ammirati le cappelle barocche e l'imponente crocifisso spagnolo, vanno via con un vago, sottile senso di disagio. Tutti, anche i turisti più distratti, colgono che il tempio ha rughe profonde.
«La chiesa sta crollando», ha ricordato Domenico Corso il giorno della presentazione dei riti dell'ultima edizione della Settimana santa. Nessuno ha contestato l'annuncio del presidente della “Solitidine”, storica Confraternita di Villanova. Corso ha lanciato un appello agli assessori Luisa Anna Marras (Lavori pubblici) ed Enrica Puggioni (Cultura) che presentavano il programma dei riti.
La chiesa è un pezzo importante nella cornice di gioielli che il Comune può esibire nella candidatura a Capitale europea della cultura per il 2019 ma, come ha sottolineato l'assessore Puggioni, «il Comune non ha competenze». La Giunta sta però «aprendo un dialogo con la Regione». Confronto che ha prodotto buoni frutti, perché per le chiese storiche e i monumenti che “crollano” sono stati messi in campo soldi pubblici: il Comune, un milione di euro. Previsti interventi urgenti a San Giovanni Battista, nella chiesa di Sant'Anna e nella parrocchia di San Bartolomeo. Una legge regionale del 1989 stabilisce che parte dei proventi derivanti da concessioni edilizie e sanzioni venga impiegata per “edilizia di culto e altri edifici per servizi religiosi”. Tra le richieste di intervento giunte alla Diocesi, e da questa al Comune, quella di San Giovanni a Villanova che ospita la confraternita della Solitudine è risultata tra le più urgenti. L'amministrazione ha trovato conferma che l'appello della Confraternita era più che fondato: i prospetti, la volta della chiesa e i muri portanti hanno diverse lesioni e un intervento di restauro è stato ritenuto non più rinviabile.
A colpire i visitatori è la facciata della chiesa, rientrante rispetto alla cortina muraria delle case vicine. L'edificio è parte centrale della memoria storica di Villanova. Si affaccia sulla via San Giovanni, un lato costeggia vico IV San Giovanni, il retro è in via Piccioni. Secondo Dionigi Scano la chiesa fu eretta prima della metà del secolo XIII, mentre la prima attestazione della via San Giovanni risale al 1415. Prima di quest'ultima data la chiesa era quindi già esistente, benché chiaramente indicata soltanto nel 1550. C'è ancora più incertezza sull'epoca della riedificazione o ristrutturazione. Certo è che nel 1697 vi si insediò l'Arciconfraternita della Vergine Santissima della Solitudine, che ancora ha la sua sede nella chiesa. Nelle carte d'archivio della Confraternita è attestato che nel secondo decennio dell'Ottocento la mancanza di fondi portò all'imminente chiusura del tempio, pericolo però scampato. Imponente il restauro dopo i bombardamenti del 1943.
Antica la storia dell'Arciconfraternita (istituita nel 1608 da Paolo V nella distrutta chiesa di San Bardilio dei Padri Trinitari): l'attività originaria degli associati prevedeva la redenzione degli schiavi cristiani, in seguito si preoccuparono anche di seppellire i cadaveri dei condannati all'impiccagione. L'incarico di portare in processione il Giovedì Santo un Crocefisso di dimensioni naturali dalla chiesa di San Bardilio fino alla Cattedrale arrivò dai governanti spagnoli. Il Venerdì santo il Cristo veniva nuovamente portato nella chiesa di San Bardilio. Il tragitto rimase invariato fino al 1697, quando l'Arciconfraternita si trasferì nella chiesa di San Giovanni. Nel 1878 furono ammesse all'associazione religiosa anche le donne che, come i confratelli, durante le processioni portano una tunica bianca con cappuccio e placca di tela con l'insegna - una croce rossa e azzurra - dei Padri Trinitari.
Pietro Picciau