Off limits le aree di Monte Urpinu, San Michele e via Dei Donoratico
I punti di ristoro comunali chiusi e abbandonati
Chiusi e abbandonati. I tre punti-ristoro del Comune invece di produrre lavoro e servizi sono da tempo monumento all'incuria. E poco importa che sorgano nei punti più belli della città (Monte Urpinu, San Michele e via Dei Donoratico). Angoli molto frequentati soprattutto da bimbi e famiglie, ora che il clima mite della primavera ha preso il sopravvento. Invece di offrire pizze e gelati a turisti e cagliaritani in cerca di relax, ospitano - tra erbacce, tappeti di preservativi usati e cartacce - blatte e topi. Ognuno ha la sua storia, fatta di contenziosi tra gli ex gestori e l'amministrazione comunale, affitti non pagati, oneri dei lavoratori non versati e diversa destinazione d'uso dei locali in gestione.
MONTE URPINU Il belvedere di Monte Urpinu è senza dubbio uno dei punti più panoramici e frequentati del capoluogo. Dietro lo spiazzo che ospita coppiette in cerca di intimità e gruppi di ragazzi c'è un sentiero circondato da erbacce e rifiuti di ogni genere. La stradina conduce a quello che una volta era il Sesto Senso, una discoteca che nelle sere estive era frequentata da migliaia di giovani. Dal 12 ottobre 2012 quell'area comunale è chiusa per ordine del pm Marco Cocco. Dopo una serie di segnalazioni il magistrato aveva inviato la Polizia municipale che aveva sigillato il cancello verde d'ingresso. Secondo l'accusa il locale era senza autorizzazioni per lo svolgimento dell'attività di discoteca, aveva violato le norme di sicurezza e creato disturbo per la quiete pubblica. Niente da fare per il gestore Massimiliano Fontana, che dal luglio 2010 versava nelle casse del Comune 3 mila euro al mese e dava lavoro a otto dipendenti, e poi costretto ad alzare bandiera bianca.
VIA DEI DONORATICO La pizzeria del parco di via Dei Donoratico ha addirittura le finestre murate. Il locale è un cubo di cemento incastonato tra un campo di calcio, prati verdi curati in modo esemplare e l'area destinata ai cani. Era il posto ideale dove gustare una margherita o una canadese all'ombra delle palme o sul palchetto che si affaccia sul laghetto. Insomma, un angolo di paradiso dove però l'aria è irrespirabile per il tanfo irresistibile che arriva proprio da quello che sino a poco tempo fa era il laghetto ora ridotto a pantano dove sguazzano girini e insetti di ogni genere e dagli angoli della pizzeria, utilizzati come vespasiani. Anche in questo caso, i gestori hanno abbandonato due anni fa sommersi dai debiti. Non pagavano l'affitto al Comune che dopo varie richieste è stato costretto ad aprire un contenzioso che ha portato all'interruzione del contratto. Da allora è tutto fermo per un debito tutto sommato non esagerato: 36 mila euro.
SAN MICHELE Nel ristorante Al Castello di San Michele c'è il punto di ristoro comunale più accattivante. Immerso nel verde e nel silenzio non versa in condizioni di particolare degrado. È vigilato e difficilmente raggiungibile anche perché gli ascensori sono fuori uso. Difficoltà che lo hanno preservato dalle incursioni di vandali e maleducati. «Purtroppo il gestore non pagava i contributi ai dipendenti e non è stato più in grado di fornirci il Durc (documento sulla regolarità contributiva)», spiega l'assessore comunale Paolo Frau. «Siamo stati costretti a revocare la concessione. Per quanto riguarda gli ascensori, vogliamo risolvere definitivamente il problema».
Andrea Artizzu