Rassegna Stampa

web Cagliari Globalist

Si gira “L'Accabadora” di Enrico Pau

Fonte: web Cagliari Globalist
26 maggio 2014

 


Storia di una donna straordinaria, ispirata a una figura leggendaria della tradizione sarda. L'intervista di Elisabetta Randaccio. Foto di Valentina Corona
Enrico Pau e Antonia Iaccarino“L'Accabadora” di Enrico Pau è un progetto che risale almeno a sei anni fa. Il suo percorso produttivo e artistico è stato complesso, esemplare, per certi versi, dei lungometraggi realizzati in Sardegna, ma, alla fine, si parte con le riprese e il regista di “Jimmy della collina”, ora può raccontare l’essenza di una storia con protagonista una donna straordinaria, che sarà interpretata da Donatella Finocchiaro.

L’ambientazione sembra lontana dai film precedenti del regista: una buona parte del lungometraggio avrà, infatti, come location un paesino sardo, ancora sfiorato dall’arcaismo, negli anni quaranta. «È, comunque, la narrazione di un passaggio esistenziale» ci racconta Pau «ambientata in una Sardegna vicina all’immagine con cui l’abbiamo spesso vista sul grande schermo, ma è presente anche Cagliari, seppure quella degli anni quaranta, nel momento drammatico dei bombardamenti degli alleati. Questo contesto storico mi è caro, anche per ragioni prettamente personali, familiari. Dentro quella città martoriata ci furono storie terribili, ma pure paradossalmente affascinanti dal punto di vista umano e anche narrativo. Peraltro recentemente ho avuto la fortuna di girare un documentario proprio su quei giorni».

La conferenza stampaMi pare che, comunque, alcuni tuoi temi ritornino, il cambiamento della protagonista, per esempio, richiama quelli formativi di altri tuoi personaggi...
Questa volta, però, la protagonista non è un’adolescente; certo c’è un mutamento profondo nella sua vita, assai concentrato nella linea temporale; non è esattamente un racconto di formazione, è presente semmai una rinascita. Si tratta di una donna intrappolata in un microcosmo arcaico, che la “imprigiona”, così come il suo contatto coi moribondi, col dolore, attraverso un atto “potente”, tramandatole per via familiare, le impedisce di vivere come gli altri, per cui, per lei, il cambiamento diverrà fondamentale.

Enrico Pau e Antonia IaccarinoUna donna, dunque, legata alla morte che arriva in una città, dove il lutto é palpabile...
Nel film, per la protagonista Annetta, vita e morte si contaminano sincronicamente. Questo è evidente nella prima parte, quando compie il rito. D’altronde Annetta presenta elementi quasi sciamanici, è una donna misteriosa che percepisce la realtà in maniera totalmente diversa dalla norma.

Come sei arrivato alla collaborazione con Donatella Finocchiaro?
Il film è stato scritto e pensato proprio per lei. Infatti, Donatella Finocchiaro è un’attrice speciale, che ha nei suoi tratti e nel suo modo di interpretare l’essenza iconica di un Sud fuori dal tempo. La aspetteremo fino a settembre, perché è incinta, ma il suo contributo sarà essenziale. Poi, sono assai contento di avere come attore l’irlandese Barry Ward, un interprete emergente, il quale è stato nel cast del film di Ken Loach scelto per il Festival di Cannes.

Pau, Iaccarino e Zedda alla conferenza stampaÈ irlandese come una delle parti coproduttrici...
I legami produttivi con l’Irlanda ci hanno richiesto una serie di figure tecniche e l’attore principale, ma sono stato fortunatissimo, Barry è un professionista fantastico, anche umanamente è splendido.

La tua squadra di tecnici, invece, sarà confermata?
Non proprio. Avrò una nuova direttrice della fotografia, anche lei irlandese, giovane, ma talentuosissima, mentre al montaggio si confermano Andrea Lotta e Johannes Hiroshi Nakajima, due grandi professionisti con cui ho lavorato con ottimi risultati in una parte delicata della struttura di un film.

La conferenza stampaE la sceneggiatura non ha “sofferto” degli anni?
No, il lavoro svolto con Antonia Iaccarino è molto vivo e interessante. E poi una sceneggiatura continua a esistere e, magari, a modificarsi, quando si gira, è sempre in divenire...